In nome dell’efficienza, Stati Uniti e Unione Europea stanno investendo sempre più in sistemi avanzati di sorveglianza e analisi per pattugliare i confini e analizzare le richieste di asilo. Con l’effetto collaterale però di alimentare nuove forme di discriminazione ed esclusione
- Negli Usa, il muro fisico voluto da Trump si sta trasformando sempre più in muro digitale, fatto di torri di avvistamento, telecamere e sensori. In Europa, droni, rilevatori di battito cardiaco, termocamere aiutano a monitorare le frontiere
- Usata in modo opaco, la tecnologia può agevolare pratiche razziste e discriminatorie, disumanizzare o negare il processo di asilo, rendendo le procedure di attribuzione o meno del permesso di soggiorno, sentenze inappellabili emesse da un moderno oracolo algoritmico
- Esiste uno squilibrio di potere tale, fra chi accoglie e chi chiede rifugio, che rende difficile far valere i diritti. Si può parlare, ad esempio, di libero consenso al trattamento dei dati, quando l’alternativa è morire di fame?