- Il web3 punta a rovesciare l’attuale modello di internet, del quale si avvantaggiano pochi colossi, distribuendo a tutti gli utenti delle piattaforme i guadagni prodotti
- È proprio così? Le attenzioni e gli investimenti di fondi come Andreessen-Horowitz raccontano una storia molto diversa
- La frenesia finanziaria che circonda il web3 ricorda quanto avvenuto durante la bolla delle dot-com, che causò il crollo del Nasdaq ma dalla quale emersero colossi come Amazon o Yahoo
“Qualcuno ha visto il web3? Non riesco a trovarlo”, ha twittato qualche tempo fa Elon Musk. Un sarcasmo sorprendente non solo perché giunto dal più celebre tra i sostenitori delle criptovalute, ma soprattutto perché il web3 – la nascente terza incarnazione della rete basata proprio su criptovalute e blockchain – è apparentemente ovunque. Questa etichetta viene infatti oggi impiegata da società immobiliari, social network, realtà editoriali, agenzie di comunicazione, piattaforme di compravendi



