Il primo riferimento ad organi della NATO, in documenti nazionali relativi alla «operazione Gladio», è contenuto nel menzionato promemoria dell'8 ottobre 1951. Uno stralcio di tale documento è stato trasmesso dal Presidente del Consiglio dei ministri, con nota del 28 maggio 1991. Lo stralcio è classificato «vietata divulgazione»; il documento, nella sua interezza, è classificato «Top secret»...
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l'operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì
Il primo riferimento ad organi della Nato, in documenti nazionali relativi alla «operazione Gladio», è contenuto nel menzionato promemoria dell'8 ottobre 1951. In esso, infatti, si legge: «lo Shape ha finora considerato il problema solo teoricamente, riservandosi di chiedere agli Stati maggiori nazionali quanto sarà stato da essi predisposto, allo scopo di coordinare e, per quanto sarà possibile, standardizzare le applicazioni, assumendone la direzione superiore». Da documentazione successivamente acquisita [la cronologia di avvenimenti esposta nel testo è ricavata da un documento del Cpc intitolato «Executive Group reference manual».
Uno stralcio di tale documento è stato trasmesso dal Presidente del Consiglio dei ministri, con nota del 28 maggio 1991. Lo stralcio è classificato «vietata divulgazione»; il documento, nella sua interezza, è classificato «Top secret — Panatrope»], si è appreso che: il 7 agosto 1951 il Comandante supremo delle Forze alleate in Europa (Saceur) ha raccomandato allo «Standing Group» del Comitato militare della Nato la costituzione del Comitato clandestino di pianificazione (Cpc); l'8 agosto 1951 si è riunito a Parigi lo «Standing Group» (Usa — UK — Francia) del costituendo Cpc; il 4 agosto del 1952 lo «Standing Group» del Comitato mili tare della Nato ha approvato le proposte di Saceur; nel 1952 sono divenuti «membri associati» del Cpc: Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Grecia e Turchia (da tre promemoria per il Capo di Stato maggiore della difesa, rispettivamente datati 2, 4 e 17 aprile 1952, si evince che risale a quello stesso anno una prima presa di contatto tra appartenenti ad alcuni Servizi membri del Cpc ed il Sifar, finalizzata ad una eventuale partecipazione italiana al Comitato stesso, poi effettivamente realizzatasi in epoca successiva. In quell'occasione, lo stesso Capo di Stato maggiore ebbe a manifestare, come risulta dall'annotazione manoscritta su uno dei promemoria citati, perplessità circa l'opportunità dell'ingresso del Servizio italiano nel Comitato in una posizione che non fosse del tutto paritaria rispetto a quella dei tre membri dello «Standing Group»); nel 1952 è stato approvato il primo statuto del Cpc, poi sostituito da un secondo statuto, approvato nel 1958; nel 1959 l'Italia è divenuta membro associato del Cpc; nel 1959 la denominazione del Cpc è stata modificata in «Comitato di pianificazione e coordinamento».
Risulta da riferimenti documentali che nel 1963 lo Shape ha emaNato una «Direttiva di base sulla guerra non ortodossa». Tale direttiva è stata sostituita da un successivo testo del 1968, a sua volta aggiornato nel 1972 e nel 1976 e, infine, sostituito da un testo del 1981, che, per quanto a conoscenza del Comitato, è quello attualmente vigente [L'esistenza della direttiva del 1963 risulta dal foglio di trasmissione da parte di Shape della direttiva del 1968: in tale documento è esplicitamente affermato che il testo del 1968 abroga quello del 1963, che deve essere distrutto unitamente ai piani elaborati in base ad esso. Non risulta documentalmente che la direttiva del 1963 sia pervenuta al Servizio italiano. Risulta invece regolarmente pervenuta al Servizio italiano la direttiva del 1968. I suoi contenuti sono parafrasati in un appunto del Sifar per il Capo di Stato maggiore della difesa, datato 18 gennaio 1969.
L'appunto, già classificato «Segretissimo», è ora declassificato a «vietata divulgazione»; insieme ad altra documentazione, è stato trasmesso al Comitato dal Presidente del Consiglio dei ministri, con nota del 15 novembre 1990. Inoltre, il Comitato dispone di uno stralcio (in italiano) del testo della direttiva del 1968. Lo stralcio è classificato di « vietata divulgazione », il documento, nel suo complesso, è classificato «Vagrant cosmic-Segretissimo». Lo stralcio è stato trasmesso con la menzionata nota del Presidente del Consiglio del 28 maggio 1991.
L'esistenza delle direttive del 1972 e del 1976 risulta (senza specifici accenni di contenuto) da vari documenti: si veda per tutti il briefing predisposto per il Ministro della difesa e trasmesso al Direttore del Servizio, con nota del 26 maggio 1980. Il testo della direttiva del 1981 è stato trasmesso al Comitato con nota del Presidente del Consiglio del 22 aprile 1991. Tale testo è stato letto nella seduta dell'8 maggio 1991 e quindi restituito, secondo l'espressa richiesta del Presidente del Consiglio dei ministri, il 10 maggio 1991, senza che ne sia stata estratta alcuna copia o appunto. Il documento in questione è classificato «Top secret — Hyacinth». Il Comitato, comunque, dispone di un appunto predisposto dal Sismi, in cui si evidenziano le differenze più significative fra la Direttiva del 1968 e quella del 1981. L'appunto, trasmesso dalla Presidenza del Consiglio, con la citata nota del 22 aprile 1991, è classificato «Segreto»].
Da diverse risultanze testimoniali e documentali è emerso che la strategia militare della Nato contempla operazioni militari tradizionali e operazioni di «guerra non ortodossa».
Le prime riguardano la difesa dei territori ancora nelle mani dell'Alleanza; le seconde riguardano attività in territori nemici o occupati dal nemico. Le operazioni di guerra non ortodossa — che devono essere coordinate con il complessivo sforzo bellico dell'Alleanza — comprendono sia operazioni condotte dai «Servizi clandestini nazionali» sia operazione condotte da forze militari speciali, particolarmente addestrate. I due tipi di operazioni non convenzionali possono procedere autonomamente o in collegamento fra loro . Poiché, come accenNato, le operazioni predette devono essere coerenti con il complessivo sforzo bellico, lo Shape emana (e, periodicamente, aggiorna) le menzionate direttive sulla guerra non ortodossa, con le quali, sostanzialmente, si propone di conseguire due obiettivi: prefigurare, in termini di larga massima, le proprie necessità di operazioni di guerra non ortodossa, secondo la tipologia delle stesse e i teatri di intervento; predisporre, per il tempo di pace e per il tempo di guerra, i meccanismi di pianificazione, collegamento e coordinamento dei vari soggetti e risorse che confluiscono nelle operazioni di guerra non ortodossa. Sono destinatari della direttive di Shape i tre Alti Comandi subordinati (CINCNORTH, CINCCENT, CINCSOUTH), il Cpc e l'Ufficio progetti speciali dello stesso Shape.
II Cpc, secondo una definizione ufficiale, è un «Organismo del tempo di pace incaricato del coordinamento della pianificazione di guerra effettuata dai Servizi clandestini nazionali in collegamento con Shape per appoggiare le operazioni militari di Saceur».
Risulta infatti, da varie evidenze documentali, che sia in pace sia in guerra i «Servizi clandestini nazionali» dipendono sempre dall'autorità nazionale, sicché a questa fanno capo la pianificazione, la gestione ed il comando delle relative operazioni. Tale pianificazione deve essere, però, coordinata con quella relativa alle operazioni da condursi dalle forze militari non convenzionali (aliquote delle quali dipendono ora direttamente dal Comando Nato) nonché con le esigenze generali del piano di guerra dell'Alleanza. La funzione di coordinamento è assicurata — in pace - dal Cpc, del quale fanno parte i rappresentanti dei Servizi nazionali ed alle cui riunioni partecipano secondo necessità, i rappresentanti del l'Ufficio progetti speciali di Shape; pertanto il Cpc costituisce anche la sede del collegamento fra Servizi nazionali e Ufficio pro getti speciali di Shape, che in pace è l'unico canale aperto fra i predetti Servizi e il Comando Nato.
In tempo di guerra il Cpc si scioglie, ma, in suo luogo, si costituiscono quattro gruppi denominati Accg (Allied Consultative and Coordinating Group) dei quali uno fa riferimento allo Shape e gli altri a ciascun Alto Comando subordiNato (AFNORTH, AFCENT, AFSOUTH). Negli Accg confluisce personale designato dai Servizi clandestini nazionali e personale dell'Ufficio progetti speciali dello Shape.
Gli Accg, che si costituiscono alla dichiarazione di allarme semplice, hanno il compito di concorrere all'inoltro di informazioni, ricevere le specifiche richieste del comando Nato cui sono affiancati, fungere da collegamento fra tale comando ed il Servizio nazionale per l'eventuale soddisfacimento delle richieste ricevute, coordi nare, quando necessario, le operazioni militari non convenzionali con le operazioni dei Servizi clandestini.
Nell'ambito degli Accg, il rappresentante del Servizio nazionale svolge un ruolo di particolare rilievo: nel caso, infatti, di richieste o proposte di operazioni di guerra non ortodossa provenienti da Shape o da un Comando Nato subordinato, anche nell'ipotesi in cui esse non coinvolgano la rete S/B, il rappresentante del Servizio nazionale può intervenire nella decisione e, addirittura, porre il veto, quando giudichi che l'operazione proposta comporti dei costi «politici» troppo elevati, anche sotto il profilo dell'esposizione a rischio delle popolazioni civili.
Quando, invece, la richiesta o la proposta coinvolga l'attività della rete, il rappresentante del Servizio la tra smette al capo della struttura per la decisione nel merito.
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