Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980


Fin dalle prime indagini, dunque, è emerso evidente che la droga proveniva dalla Sicilia (quasi sicuramente da Bagheria) ed era diretta a New York.

La presenza di Rolli e quella dei fratelli Domenico ed Emanuele Adamita costituiva fra l'altro, motivo per ritenere che la droga era diretta alla organizzazione che faceva capo alla famiglia Gambino. I successivi accertamenti hanno consentito di verificare positivamente tale ipotesi. Sembra opportuno iniziare dalle dichiarazioni rese da Francesco Rolli alla Corte del Distretto Est di New York, nel procedimento penale contro Giuseppe Gambino (...).

Il Rolli ha dichiarato (...): che era impiegato dell'Alitalia e che aveva prestato servizio come agente del magazzino merci dell'aeroporto internazionale John F. Kennedy di New York fino al 19 marzo 1980; che era rimasto coinvolto in un traffico di eroina, avvenuto nell'agosto e settembre 1979, con altri impiegati del magazzino merci dell'Alitalia (trattasi dell'episodio di cui si è già parlato, riguardante Gallina Salvatore ed altri); che era stato avvicinato da agenti Dea e che aveva accettato di collaborare con il Governo americano con la promessa dell'impunità per le sue precedenti responsabilità; che Emanuele Adamita era coinvolto negli episodi dell'agosto e settembre 1979 (,,,) e così pure Paul (Zinerco)(...) e Rosario (Gambino) (...).

Il Rolli ha dichiarato, altresì, che, verso le ore 11 di lunedì 3 marzo 1980, Emanuele gli aveva chiesto di incontrarlo. Egli, dopo aver riferito il contenuto della telefonata all’Agente Dea Falvey, aveva telefonato, verso le ore 13 del 3 marzo, all'Adamita, così come era stato con venuto con quest'ultimo.

Ecco il contenuto della telefonata, che è stata registrata dalla Dea, con l'accordo di Rolli:

Emanuele Adamita: Tiffany.
Frank Rolli: Pronto, sono Frank. C'è Emanuel?
E.A.: Sì, sono io!
F.R.: Ah, sei tu! Come stai?
E.A.: Bene.
F.R.: Ascolta, vorrei venire nel tuo locale; devo andare dall'altra parte della strada rispetto a dove sei
tu per prendere il mio cartellino verde. Devo andare venerdì. Considerato tutto..
E.A.: E troppo tardi. Quel tizio si è messo in contatto con me tre o quattro giorni fa. Ti ho chiamato, ma tu non c'eri. Venerdì, non sei andato a lavorare?
F.R.: No, venerdì non ci sono andato.
E.A.: Non eri a lavorare; quindi ti ho cercato finché non ti ho trovato:
F.R.: Sì.
E.A.: Ci possiamo vedere più tardi, stasera, prenderemo un caffè. Si tratterà di dieci minuti.
F.R.: Bene, stasera devo andare all'Ospedale; quindi farò una passeggiata. In realtà, sono già fuori, pensavo di fare un salto.
E.A.: Vuoi venire? Vieni ora.
F.R.: Posso fare un salto?
E.A.: Sì.
F.R.: Allora, dammi il tempo di arrivare.
E.A.: Ti aspetto
F.R.: Sono già fuori.
E.A.: Sai dove si trova la mia pizzeria?
F.R.: Certo che lo so. E' dall'altra parte della strada rispetto al posto dove io devo andare a prendere il mio cartellino verde... quei bastardi non me lo hanno ancora mandato.
E.A. Allora sai dove si trova la mia pizzeria.
F.R. Sì; posteggerò la mia macchina di fronte al tuo locale; in pochi minuti avremo finito, dopo di che tu potrai andare a fare le tue cose ed io le mie.
E.A. OK. a fra poco!

Tale telefonata conferma in modo definitivo che era stato Emanuele Adamita a volersi incontrare con Frank Rolli e non viceversa - e che egli, inoltre, aveva bisogno di incontrarsi con quest'ultimo al più presto.

I motivi di tale urgenza risultano dalla conversazione fra Rolli ed Adamita, riferita dal primo ed avvenuta all'interno della pizzeria Tiffany, di proprietà dell'Adamita stesso (...).

Quest’ultimo, chiedeva al Rolli (in considerazione della sua esperienza di impiegato del magazzino merci Alitalia dell'aeroporto JFK di New York), quale fosse il modo migliore per introdurre negli U.S.A. l'eroina proveniente dall'Italia. Il Rolli rispondeva che occorreva evitare di spedire la merce in pacchi con l'indicazione “effetti personali”.

Si è visto, infatti, che fino all'agosto 1979, era stata usata la tecnica di invio dell'eroina in pacchi, con contenuto dichiarato di effetti personali, a persone inesistenti; i pacchi stessi, durante la giacenza nei magazzini Alitalia, venivano fatti sparire e sostituiti con altri. Ciò, ormai, era stato scoperto dalla DEA, per cui veniva posta ogni attenzione nel controllo dei pacchi con contenuto dichiarato di effetti personali e, soprattutto, di quelli provenienti da Palermo.

Il Rolli raccomandava, pertanto, di spedire i pacchi con le modalità della spedizione commerciale e di non spedirli da Palermo. Era necessario, pertanto, che il destinatario fosse effettivamente esistente e non fittizio, poiché, quando i pacchi arrivavano al magazzino merci di New York, i destinatari venivano avvertiti subito e, nel caso che non fossero stati reperiti, ciò destava immediati sospetti. Raccomandava, ancora, che il valore dichiarato dei pacchi non superasse una certa somma (all'epoca, 250 dollari), perché, in caso di valore superiore, occorreva lo intervento di un commissario per l'esecuzione delle operazioni di sdoganamento dei pacchi.

Suggeriva, infine, di spedire la droga in più pacchi, uno dei quali doveva contenere effettivamente la merce dichiarata, cosicché egli avrebbe potuto sottoporre al controllo doganale quel pacco e porre gli altri, contenenti l'eroina, al riparo dall'ispezione. Infatti, è prassi che, in caso di più pacchi che facciano parte di un'unica spedizione, se ne controlli uno solo quando non vi siano particolari motivi di sospetto. Invece, per gli effetti personali, la procedura normale era di ispezionare pacco.

["Il nemico. Nelle viscere del potere", il video podcast su Giovanni Falcone]

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