Visioni Civiche racconta storie criminali e giudiziarie legate a opere d’arte confiscate a figure centrali della criminalità organizzata. Collezioni di immenso valore, che includono artisti come Giorgio de Chirico, Antonio Ligabue e Lucio Fontana. È un racconto che interroga, scuote, ma soprattutto amplia il punto di vista
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa una settimana questa nuova serie sarà dedicata al Festival di Trame 2025
Ricevere da Nuccio Iovene, Presidente della Fondazione Trame, il catalogo di Visioni Civiche. L’arte restituita è stato, all’inizio, un gesto come tanti; di quelli che noi, realtà del terzo settore, compiamo ogni giorno: diffondere, raccontare, mettere nelle mani altrui il frutto di un lavoro quotidiano e instancabile sui territori.
Ma sfogliando quelle pagine, mi è stato subito chiaro che non si trattava solo della narrazione di una comunità che resiste al sopruso della ’ndrangheta e delle mafie. Era molto di più: un atto concreto e potente di disvelamento. Un’affermazione netta su come le mafie agiscano, in modo astuto e pervasivo, anche nei luoghi più impensati della cultura e dell’economia, fino ai livelli più alti, nazionali e internazionali.
Visioni Civiche racconta storie criminali e giudiziarie legate a opere d’arte confiscate a figure centrali della criminalità organizzata. Collezioni di immenso valore, che includono artisti come Giorgio de Chirico, Antonio Ligabue e Lucio Fontana. È un racconto che interroga, scuote, ma soprattutto amplia il punto di vista.
“Crisi come opportunità”, associazione di cui sono parte, dal 2012 usa la cultura, il teatro, la musica e l’arte come strumento innovativo di racconto di storie di vittime innocenti della criminalità organizzata e storie di riscatto. Lo fa con il progetto “Palcoscenico della legalità” in cui il teatro non è solo uno spazio di rappresentazione, ma uno strumento attivo di cambiamento. Lo spettacolo teatrale “Se dicessimo la verità” di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano, coprodotto dai maggiori teatri nazionali, porta in scena storie di vittime innocenti delle mafie e storie di riscatto; i laboratori di educazione alla cittadinanza attiva e legalità nelle scuole di tutto il Paese sono stati realizzati ad oggi con più di 80 mila ragazzi; il lavoro sui territori ha messo in luce le realtà del terzo settore come presidi di legalità e attivatori di processi di cambiamento. Dal 2018, grazie a una squadra di formatori locali, lavoriamo in Calabria, con, per la costruzione di presidi nelle scuole e sui territori, superare la violenza criminale e patriarcale e generare consapevolezza e anticorpi culturali. Tutto questo percorso è stato possibile grazie all’incredibile costellazione di alleati sui territori, ma anche ad attori culturali nazionali come Biennale Democrazia di Torino e finanziatori come Intesa Sanpaolo e Fondazione con il Sud, che ci hanno concesso di lavorare quotidianamente per la creazione di un “ponte” concreto e proficuo di scambio e rafforzamento delle pratiche.
Nel 2020, alle porte della pandemia, lo spettacolo teatrale si arricchisce del racconto del lato oscuro del mercato dell’arte, quello fatto di speculazioni, evasione, mafia e crimine. L’incontro con il documentario “Follow the paintings”, di Francesca Sironi e Alberto Gottardo, ha aperto uno squarcio su un mondo sommerso. Abbiamo proiettato il documentario al Maxxi di Roma e alla Triennale di Milano, in compagnia di magistrati, procuratori, curatori, galleristi ed esperti del mondo dell’arte. E’ stata una rivoluzione culturale: affrontare nei luoghi sacri della cultura l’enorme apparato economico del collezionismo di personaggi chiave della criminalità organizzata ai fini di riciclaggio e affermazione di potere.
Il 6 maggio 2025, insieme al comitato “Controlliamo noi le Terre di Maria”, Goel Gruppo Cooperativo e la famiglia di Maria Chindamo nella persona del fratello Vincenzo, abbiamo trasformato un luogo di dolore in spazio di memoria, rivendicazione, partecipazione, luce e arte. Lì dove è stata trovata l’auto insanguinata di Maria, oggi sorge un giardino e una scultura dell’artista Luigi Camarilla, illuminata da Artemide; Lì, con centinaia di studenti, cittadini, istituzioni, l’arte ha preso parola e si è imposta con forza simbolica, per restituire al territorio un altro racconto, una direzione possibile.
Se la cultura è davvero un bene comune, appartiene a tutte e tutti. E allora è nostro dovere restituire alla collettività il patrimonio che le è stato sottratto: opere, storie, possibilità. Dare strumenti alle nuove generazioni per immaginare l’impossibile. Creare alleanze tra scuole, istituzioni, cittadini, imprese, terzo settore. Coltivare una cultura della legalità che non sia sterile retorica, ma pratica quotidiana e condivisa.
L’alleanza tra Crisi Come Opportunità e Fondazione Trame nasce da tutto questo. Per rendere ogni opera restituita anche una restituzione di dignità. Perché cultura, bellezza, partecipazione, siano non solo un mezzo, ma il fine del nostro agire.
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