Non è stata soltanto la vasta frontiera africana a favorire il bipedismo: nuove scoperte stanno mettendo in discussione vecchie convinzioni, a partire dagli studi fatti nelle aree delle foreste pluviali
Per decenni, la narrazione dominante sull’evoluzione umana ha dipinto un quadro chiaro: i nostri antenati, abbandonati i sicuri rifugi degli alberi, si sarebbero avventurati nelle vaste savane africane, un ambiente che avrebbe plasmato la loro evoluzione, portandoli al bipedismo e allo sviluppo di caratteristiche unicamente umane. Le fitte foreste tropicali, al contrario, venivano considerate zone marginali, “frontiere ostili” inadatte alla vita umana per gran parte della preistoria. Ma nuove ri



