Pandemia, guerra, inflazione. Una serie di eventi terribili e imprevisti ha caratterizzato gli ultimi due anni e gli italiani adesso si aspettano il prossimo: il disastro climatico. Questo quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2022 - Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”.

La democrazia è sempre più a rischio (il 40 del Pil globale arriva da paesi non liberi), cresce la povertà alimentare, il commercio internazionale decresce e l’emergenza climatica è oramai drammatica quotidianità. Dal Pakistan stravolto dalle alluvioni, alla siccità che ha colpito l’Europa, gli italiani si stringono attorno alla tavola di casa e si preparano a votare.

Il rapporto è stato redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto di analisi di Nielsen e i contributi originali di Gs1-Osservatorio Immagino, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Nomisma Energia, Npd.

Oltre alle fonti di solito utilizzate, sono stati condotti due diversi sondaggi intitolati "What’s next?" e “An Unexpected New World”, condotti entrambe nella seconda parte dello scorso mese di agosto, un mese in cui i sondaggisti invitano a usare cautela, ma significativo perché si approssima il 25 settembre, l’appuntamento elettorale. Il primo sondaggio ha coinvolto un campione di mille italiani rappresentativo della popolazione over 18 (18-75 anni). La seconda indagine si è rivolta ad un panel della community del sito di italiani.coop, includendo fonti esperte, imprenditori, liberi professionisti e consulenti.

L’economia

L’inflazione c’è. L’amministratrice delegata Maura Latini ha lanciato l’allarme: «La speculazione è un’aggravante più subdola di quello che sta accadendo. Normale in un’economia di mercato, quando qualcuno può trarne vantaggio lo fa. Se non basta la consapevolezza servono gli stati e le autorità nazionali insieme».

Quello che ci aspetta è «un futuro a tinte fosche a breve», ha proseguito. Il Pil mondiale sconta un ribasso così come quello dell’Italia, mentre la doppia dipendenza dell’Europa dall’area del conflitto russo-ucraino ha fatto impennare l’inflazione facendoci fare un balzo indietro di circa 40 anni: secondo quanto riportato da Coop, la perdita media del potere d’acquisto delle famiglie italiane stimata per l’anno in corso è di 2.300 euro: «Tanto peggio se si vive da soli», recita il comunicato. Sia il presidente, Marco Pedroni, che Latini hanno ricordato che per quanto riguarda Coop c’è stato un incremento del 3,5 per cento dei prezzi nel carrello.

Il clima

Al primo posto delle preoccupazioni in questo scompiglio però, ancora prima dell’inflazione, l’emergenza generata dal clima: il 38 per cento del campione di mille italiani ritiene che il prossimo accadimento epocale sarà proprio da questa derivante. 

Per il 56 per cento questa emergenza deve avere la massima priorità a livello nazionale e internazionale ed è ancora la preoccupazione ambientale ad avere il maggiore impatto sul loro stato d’animo: lo afferma il 39 per cento, ben 11 punti percentuali in più rispetto ai timori generati dalla guerra in Ucraina.

«Abbiamo messo un tornado in copertina, ma chi si ricorda una situazione simile?», ha commentato il presidente Coop Pedroni. «Siamo di fronte a una situazione con incognite e pericoli».

Putin e la bolletta

E se è vero gli italiani sono i più filo putiniani d’Europa, tanto che il 27 per cento ritiene che le cause del conflitto siano da addebitare a Usa, Ucraina e Europa, è altrettanto vero che il problema della bolletta è una difficoltà che entra in tutte le case. Il 57 per cento dichiara già oggi la difficoltà di pagare l’affitto, il 26 per cento pensa di sospendere o rinviare il pagamento e per il campo a luce e gas un italiano su 3 entro Natale potrebbe non coprire più le spese per le utenze.

La classe media non sta bene, con una parte che rimane indietro (24 milioni che nel 2022 hanno sperimentato almeno un disagio) e una netta crescita dell’area della povertà vera e propria, un incremento di 6 milioni nell’ultimo anno. Per converso cresce il mercato del lusso, dalle case del valore di più di un milione di euro alle auto di valore.

Questo significa che si acuiscono le disuguaglianze: il 48 per cento si dipinge come instabile e precario, molti non si comprano auto, né elettrodomestici, e rimandano a data a destinarsi gli acquisti. D’altronde il lavoro è sempre più povero. Nel rapporto tra costo della vita e stipendi medi, l’Italia è il paese messo peggio: «Guadagniamo come gli spagnoli, ma il costo della vita è del 20 per cento più alto. Al contrario rispetto alla Germania i costi della vita sono più bassi, ma lì gli stipendi sono altrettanto più elevati», ha raccontato Albino Russo, direttore Ancc Coop.

Gli eccessi e i sogni

In un clima così tetro, crescono le dipendenze e gli eccessi. Di smartphone, serie tv e cibo, soprattutto. Di fronte al caos ci si concentra su se stessi: la salute, il benessere, gli affetti, l’amore. Il 40 per cento vuole accettare le proprie imperfezioni, curare l’aspetto esteriore (39 per cento), stare con gli amici (38 per cento). Non mancano i propositi di mettersi a dieta (47 per cento).

 La buona notizia è la reazione delle famiglie, anche se, specifica Latini, «la positività deriva anche dal grado di solidarietà o precarietà». Sul cibo Coop vede la luce: «Il cibo è un collante ed è un modo di intendere la vita vicina alle tradizioni. Fa bene alle persone e alle imprese di qualità». E gli italiani «hanno bisogno di rassicurazioni attraverso il cibo», per questo molte catene, a partire da Coop se ne stanno occupando.

Sono 24 milioni e mezzo gli italiani che nonostante l’aumento dei prezzi prevedono di diminuire la quantità ma non la qualità del loro cibo. Ritorna anche il cooking time sperimentato in lockdown, riempito di foto di torte e pizze. Si passa più tempo nella preparazione dei pasti, ci si impegna a sperimentare nuovi piatti. I consumatori, dice Coop, cercano l’italianità e la sostenibilità. In calo il cibo gourmet, il cibo già pronto, ma anche il biologico e l’etnico.

Il voto

Emerge un nuovo dato: «Le persone andranno a votare», nota Pedroni. E non è una frase fatta: secondo il sondaggio sono 8 su 10 gli italiani che hanno intenzione di recarsi alle urne il prossimo 25 settembre.

Le pulsioni sono contrastanti. Per il 35 per cento del campione del sondaggio “What’s Next?” la politica dovrà abbassare le tasse, per il 32 per cento alzare i salari. Il 20 per cento ritiene che bisogna sostenere le fasce più deboli, il 20 per cento che bisogna eliminare il Reddito di cittadinanza.

Da quanto emerge dal sondaggio “An Unexpected New World”, il 51 per cento ritiene che sul lungo periodo la situazione più preoccupante sia quella del clima, e sempre il 51 per cento dice che si attiverà per l’ambiente entro il prossimo anno. Dal campione di mille italiani emerge inoltre l’attaccamento alla tradizione, la paura, ma anche la voglia di guardare avanti, fare ciò che davvero piace (il 54 per cento) e rivendicare i propri diritti (44 per cento).

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