C'era stata un'atmosfera cordiale, di ascolto e comunicazione nell'incontro organizzato alla prefettura di Milano tra Mario Draghi e le tre attiviste di Fridays for Future: Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli. Il problema è che dopo la chiacchierata di mezz'ora, Thunberg si è presentata con un sentimento decisamente diverso alla conferenza stampa convocata dai Fridays for Future per parlarne sul prato del parco di CityLife: sguardo nero, polsi incrociati in segno di protesta come altri attivisti e attiviste, e praticamente nemmeno una parola su Draghi o qualsiasi altro argomento.

Un gelo che non era l'esito mediatico che il presidente del Consiglio si aspettava, dopo aver dato ragione ai Fridays su ogni rivendicazione, sposato pubblicamente l'idea che la finanza climatica deve essere basata su finanziamenti più che su prestiti e promesso alle tre ragazze di portare la sua voce al G20 per raggiungere i 100 miliardi di sostegno ai paesi più vulnerabili. Insomma, un potenziale successo di comunicazione che si è trasformato in un fiasco.

Le contestazioni

L'armonia faticosamente messa in piedi tra gli ambientalisti e il presidente del Consiglio si è spezzata per un eccesso di reazione della security dell’incontro Youth4Climate: durante il suo discorso ufficiale all'assemblea plenaria Draghi è stato interrotto e contestato da un piccolo gruppo di giovani delegati ufficiali, la frangia radicale e minoritaria che si è formata all’interno della «simulazione» di vertice che governo e Onu provano da giorni a far passare per ascolto istituzionale delle nuove generazioni.

In sette hanno gridato slogan contro il greenwashing e mostrato cartelli: la polizia presente al MiCo gli ha preso i passaporti, li ha identificati e gli ha impedito di tornare nella sede dei lavori. Niente di troppo grave, ma uno sgarbo istituzionale verso quelli che sono comunque delegati ufficiali impegnati invitati dall'Onu.

E qui c'è la contraddizione del governo: o questo è un vertice vero - e allora nessuno può requisire il passaporto durante un negoziato internazionale  - oppure è davvero una simulazione didattica durante la quale la polizia può sanzionare gli indisciplinati.

La selezione

In ogni caso, questa è stata la frizione che ha raffreddato il calore dell'incontro tra Fridays for Future e Draghi. «Ci hanno fatto sentire come se fossimo delle attiviste star specialmente selezionate e privilegiate», ha detto, a nome di Thunberg e le altre, Martina Comparelli, portavoce italiana di Fridays for Future, «hanno provato a separarci tra delegati e non delegati e poi si sono fatti spaventare da una manciata di cartelli». L'episodio nell'assemblea plenaria si è risolto in poco tempo, ma ha guastato l'atmosfera e oscurato i contenuti della conversazione.

«Abbiamo chiesto il disinvestimento dalle fonti fossili, Draghi ha detto di essere con noi, è già un passo avanti rispetto ai governi precedenti, ma dire di essere d'accordo è comunque troppo facile, vogliamo vedere i fatti».

Le tre attiviste avevano ribadito la loro richiesta al presidente del Consiglio: non solo la transizione ecologica in Italia ma anche leadership internazionale, di usare tutto il suo carisma in questo delicatissimo mese di diplomazia. 

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