Il Giappone, terza economia mondiale, diventerà un Paese «carbon neutral», cioè a emissioni zero, entro il 2050. Questo l'obiettivo annunciato il 26 ottobre dal primo ministro Yoshihide Suga nel suo primo discorso politico dal suo insediamento, lo scorso 16 settembre.

 L’annuncio rafforza in misura significativa gli impegni del paese sui cambiamenti climatici. Suga, nel suo discorso, ha posto l'ambiente in primo piano. L’Unione europea è ancora in fase di elaborazione della sua legge sul clima ma dovrebbe fissare lo stesso obiettivo. Infatti la presidente della commissione Ursula von der Leyen, ha plaudito con un twit alla scelta del paese del Sol Levante.

Anche il ministro dell’Ambiente italiano, Sergio Costa, ha inviato le sue congratulazioni al paese.

La vicina Cina, il paese con la maggior quantità di emissioni di CO2 al mondo, di recente ha annunciato l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica nel 2060.

Suga ha detto al parlamento: «Porteremo la quantità totale di gas a effetto serra (emessi dal Giappone) allo zero netto entro il 2050», il premier punta «a realizzare una società decarbonizzata».
Tokyo aveva in precedenza fissato un obiettivo per le emissioni zero genericamente indicato per la seconda metà del secolo. La nuova scadenza è stata elogiata da attivisti ed esperti e pone il Giappone in linea con gli obiettivi di Europa e Gran Bretagna e un decennio avanti rispetto alla Cina.
Il nuovo presidente del consiglio giapponese non ha dato dettagli precisi su come il Giappone, un paese ancora fortemente dipendente dal carbone, rispetterà la scadenza, La dipendenza dai combustibili fossili infatti è peggiorata dopo che al disastro della centrale nucleare di Fukushima nel 2011 è seguito lo spegnimento di diversi reattori.  Il primo ministro ha detto che «sarà essenziale il ruolo della tecnologia e dell'innovazione». Secondo il premier i pannelli solari di ultima generazione potranno fare la differenza.

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