Se il mercato non prevede la difesa del mare

La guerra dei porti sui dragaggi è una nuova minaccia all’ambiente

Foto PIXABAY
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  • Il gigantismo navale ha ampliato l’esigenza dell’industria marittima di fondali portuali profondi. Il loro stato di contaminazione richiede però cautela nel dragaggio, garantita oggi dal combinato di leggi scritte fra 2006 e 2016.
  • Le istanze di armatori e operatori marittimi, mediate dalle autorità portuali (enti pubblici in concorrenza feroce), sono state colte da diverse forze politiche e tradotte in progetti di legge volti a derubricare le prescrizioni ambientali della normativa vigente.
  • Dall’Ispra al Cnr chi la ispirò suona un campanello di allarme: la disciplina va aggiornata ma non stravolta. Occorrerebbe piuttosto impostare e applicare criteri di economia circolare oggi negletti dal legislatore.

Alleggerire, deregolamentare, velocizzare, per più rapidamente costruire, infrastrutturare, cementare. E scavare. Fra le diverse manifestazioni del furore edile che in tempi di Pnrr e larghe intese ha travolto pure chi ne era stato fino a oggi immune a suon di corrivi decreti, oggi ce n’è una che si sta sviluppando sottotraccia. Anzi sott’acqua, ma con conseguenze pericolosamente tangibili: stiamo parlando del dragaggio dei porti italiani e dei tentativi, moltiplicatisi negli ultimi mesi, di sm

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