Crudeltà senza necessità, sevizie e comportamento insopportabili sui maialini: dopo l’inchiesta pubblicata da Domani, per queste motivazioni la procura di Cremona ha chiesto il processo per Christian Maleri, legale responsabile del macello dell’impresa Zema S.r.l. con l’accusa di maltrattamento di animali.

Le immagini del video reso disponibile dalla squadra investigativa di Animal Equality sono state decisive e vengono citate puntualmente dalla pm Chiara Treballi: «Agganciato con un uncino alle orecchie i suini non correttamente sottoposto al processo di stordimento; colpito alla testa, con una pala, un suinetto, che cadeva immobile per taluni secondi; quindi, rialzatosi barcollante l’animale, ne afferrava le zampe posteriori e ne sbatteva la testa contro il muro con forza tale da immobilizzarlo definitivamente; non eseguita correttamente la pratica di stordimento dei suini»

A Maleri, che si occupa insieme ai suoi fratelli dell’impresa di famiglia, viene imputata la condotta omissiva per non aver evitato che tutto questo accadesse.

La battaglia continua

Animal Equality aveva presentato due esposti. Degli oltre 800 mila suini allevati nel cremonese, circa 150 mila all'anno raggiungono questo impianto di macellazione. Circa il 19 per cento dei suini della provincia di Cremona sono quindi macellati in questa struttura. «Sebbene l’azienda si promuova come una realtà che pone particolare cura agli animali coinvolti, l’indagine che Animal Equality ha svolto presso il suo impianto mostra una situazione ben diversa, come descritta anche nell’atto ufficiale della procura» rimarca l’associazione.

Gli ambientalisti avevano già fatto analizzare le immagini a veterinari e legali esperti di benessere animale, riscontrando una mancanza di controlli e di rispetto delle norme da parte degli operatori, in qualunque fase della produzione (dall’arrivo degli animali alla morte).

A partire da dicembre 2017, Animal Equality ha lanciato una petizione rivolta al Ministero della Salute e a quello dell'Agricoltura per mettere fine a questa situazione. La campagna ha superato le 200.000 firme di cittadini italiani che chiedono maggiori controlli, l'introduzione di sistemi di sorveglianza come le Cctv e l'obbligo di stordimento degli animali con la cancellazione di tutte le deroghe.

Alice Trombetta, direttrice di Animal Equality Italia, è pronta a portare avanti la battaglia: «Non possiamo accettare che questa situazione rimanga invariata e continueremo a batterci perché i diritti degli animali vengano realmente tutelati».

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