Il cambiamento climatico è la prima preoccupazione per i cittadini europei: nel sondaggio di Eurobarametro 2021, il 93 per cento degli intervistati considerava il cambiamento climatico un problema grave e il 78 per cento molto grave, mentre tutti concordano sia il problema più urgente che il mondo intero deve affrontare. 

Protezione dell’ambiente, transizione ecologica, sostenibilità. Parafrasando il barbiere di Siviglia tutti li chiedono, tutti li vogliono, ma chi è il factotum della città? Di Figaro in giro non ci sono tracce. Infatti, quando si passa dalle parole ai fatti la situazione si complica e il problema riguarda tutti e soprattutto quelli che hanno responsabilità, al governo e all’opposizione.

Eppure la costruzione di un progetto ecologista è una delle sfide più ardue, nonostante se ne percepisca la necessità e l’urgenza, anche per Elly Schlein, alle prese con l’obiettivo di dare vita a un nuovo Pd.

La tematica è prioritaria e urgente per la crisi ecosistemica e climatica, e per la sua connessione con aspetti sociali quali la lotta alle disuguaglianze e l’affermazione di diritti individuali e collettivi. Per intervenire efficacemente su ambiente, salute umana e animale (approccio salute unica, One Health) bisogna affrontare e sciogliere le contraddizioni tra i diversi interessi in gioco a livello globale, nazionale, locale.

La disaffezione per la politica

Infatti, è evidente che quando si passa dalle assunzioni generiche alle opzioni specifiche e alle scelte da fare emergono differenze e divergenze: vanno mantenute le connessioni tra programmi nazionali e vertenze territoriali per elaborare posizioni ecologiste coerenti sulle scelte energetiche, sulla limitazione delle emissioni di gas serra, sull’agro-ecologia, e molto altro. Sono convinto che il contrasto tra valori e fatti sia una delle cause principali, forse la prima, della disaffezione verso il voto e verso la politica.

È scientificamente provato che per contrastare il cambiamento climatico la strada maestra sia la riduzione in tempi rapidi delle emissioni di gas serra e quindi delle combustioni che le generano, come raccomandano le principali agenzie internazionali. Assumendo questo imprescindibile punto di partenza, va accelerato l’impegno a promuovere politiche sulle energie rinnovabili, per sostituire i combustibili fossili nel più breve tempo possibile. Come si può quindi sostenere l’ulteriore promozione di impianti che producono e bruciano carbone, petrolio o gas? Ad esempio la scelta di puntare sui rigassificatori da gas naturale liquido, al di là della pericolosità degli impianti e dei rischi per ambiente e la salute, determina il perdurare per i prossimi decenni di produzioni inquinanti, ad alta impronta ecologica per l’estrazione (spesso da fratturazione idraulica o fracking), per il trasporto e la distribuzione su lunghe distanze, con costi elevati. Come si può definire questa scelta sostenibile o coerente con la transizione ecologica?

Le evidenze scientifiche indicano oggi la strada che dovrebbe adottata dalla politica, un percorso che però è irto di difficoltà per tanti motivi tra cui:

  • Fiducia nella crescita illimitata basata sul Pil pensato per un sistema con risorse e capacità auto-riparative senza fine;
  • Sfiducia nei risultati scientifici e sottovalutazione della gravità dei fenomeni in atto, fino a posizioni negazioniste estreme;
  • Fiducia illimitata nella tecnica per trovare soluzioni a tutto;
  • Convinzioni auto-salvifiche dei più ricchi (acquisti di terreni in Nuova Zelanda, trasporti su Marte);
  • Incapacità di vedere i collegamenti con i sommovimenti sociali in atto, dalle disuguaglianze alle migrazioni;
  • Combinazioni delle voci precedenti.

Chi sarà in grado di definire e praticare una linea ecologista alternativa al flusso principale o mainstream, quello che viene presentato come l’unico possibile ma che porta inesorabilmente verso il baratro, potrà diventare protagonista di un futuro diverso, essere attraente per tanti e in particolare per i più giovani, rimotivare alla politica e al voto.

La posta alta in gioco, i valori in discussione, gli interessi collettivi e individuali, l’urgenza delle decisioni delineano una sfida epocale che non può essere ne rinviata ne demandata ad altri.

© Riproduzione riservata