In provincia di Messina, la guardia di finanza ha sequestrato oltre 200mila euro a sette persone che avrebbero indebitamente percepito l’assegno sociale erogato dall'Inps. La truffa si sarebbe protratta dal 2016 al 2021. Gli imputati erano emigrati da anni, ma fingevano di risiedere in Italia.

  • Risultavano rientrati in Italia da paesi sudamericani o europei, avevano ottenuto la residenza in piccoli paesi della provincia peloritana, S. Alessio Siculo, Limina, Roccalumera, e poi avevano presentato richiesta di percezione del beneficio.
  • Dagli accertamenti disposti dalla procura della Repubblica di Messina, è emerso che si tratterebbe di un trasferimento della residenza «fittizio», che gli indagati avrebbero formalizzato «non appena raggiunta l’età minima per accedere alla prestazione previdenziale».
  • Questo perché la concessione dell’assegno sociale – la vecchia pensione sociale – è vincolata non solo al rispetto di determinati requisiti reddituali, ma anche ad altri requisiti, tra cui quello di dimora stabile e continuativa nel territorio italiano per almeno 10 anni. Secondo la guardia di finanza, per simulare il requisito della dimora abituale, alcuni avevano stabilito la residenza presso abitazioni di fatto mai abitate. In alcuni casi, risultavano iscritti nelle liste di locali medici di base, e cn l’aiuto di terzi documentavano l’acquisto di medicinali presso farmacie locali, attraverso l’uso della tessera sanitaria loro intestata, per simulare il requisito reddituale.

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