Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza della Corte d'Assise di Milano che ha condannato all'ergastolo Michele Sindona per l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli


Verso la fine di luglio Joseph Macaluso comunicò ad Antonio Caruso –  persona a lui legata da rapporti di collaborazione nel lavoro – che Michele Sindona intendeva venire in Italia «per fare della Sicilia una terra indipendente», e gli chiese di accompagnarlo nel viaggio intercontinentale (memoriale Caruso). Il giorno 30 Caruso prenotò, presso l’agenzia Liberty Travel di New York, due biglietti aerei di andata e ritorno per il tratto New York-Francoforte-Vienna, e il giorno successivo li acquistò con danaro fornitogli da Joseph Macaluso.

I biglietti furono utilizzati per il volo 740 della TWA del 2 agosto, e risultano intestati uno a Caruso e l'altro a Bonamico. Contemporaneamente, Joseph Macaluso prenotò presso l'agenzia Monte Travel un biglietto aereo per il tratto New York-Roma-Catania a valere per il 3 agosto, tuttavia annullando successivamente la prenotazione.

Il 2 agosto 1979, dunque, iniziò l'avventura europea di Michele Sindona. Alle 19 locali Antonio Caruso e Michele Sindona (che assunse la falsa identità di Joseph Bonamico camuffandosi con barba finta e parrucchino) partirono dall'aeroporto internazionale J.F. Kennedy di New York con il volo 740 della TWA, diretti a Vienna.

Vi giunsero nella tarda mattinata successiva, alle 13,56, con circa quattro ore di ritardo sull’orario previsto. All'aeroporto trovarono ad attenderli Gabriele Irnesberger e Guenter Blumauer. Gabriele Irnesberger, di professione “aiutante parrucchiera” ma che dal 1972 esercitava anche la prostituzione, era un’amica austriaca di Joseph Macaluso, con il quale aveva da tempo rapporti di familiarità e dal quale era stata recentemente ospitata a Staten Island. Macaluso l'aveva preavvertita telefonicamente dell'arrivo di Sindona e di Caruso a Vienna, e l’aveva pregata di rilevarli all’aeroporto.

Secondo le deposizioni della Irnesberger e del Blumauer il programma originario prevedeva che i quattro si trasferissero direttamente e immediatamente dall'Austria all'Italia: è probabile che le cose dovessero andare così, dato che Caruso lo confermò nel suo memoriale e che Macaluso aveva prenotato un volo per Catania dove sarebbe dovuto giungere il 4 agosto evidentemente per incontrarsi con Sindona e compagni.

D’altronde, Salvatore Macaluso sostenne che secondo i progetti originari Sindona avrebbe dovuto essere ospitato in una villa vicino a Catania, almeno per i primi tempi del suo soggiorno in Sicilia, e dichiarazioni analoghe rilasciò Joseph Miceli Crimi. Fatto sta però che, per il ritardo dell'aereo o per la paura di attraversare in auto la frontiera, il programma venne improvvisamente scartato: Caruso comunicò alla Irnesberger che non si andava in Italia e la comitiva si recò a Salisburgo, dove peraltro non fu trovato posto in albergo, e poi in Hallwang, dove Sindona e Caruso alloggiarono al Berghof.

Dopo comunicazioni telefoniche dalla camera di Caruso alla utenza telefonica di Joseph Macaluso, questi invece di recarsi a Catania partì per Monaco di Baviera, dove il giorno successivo venne prelevato all'aeroporto dal Blumauer e dalla Irnesberger. Contemporaneamente Joseph Sano – un dipendente del Motel Ristorante di Joseph Macaluso a Staten Island – volò a Roma, giungendovi il 3 agosto con volo AZ 611, e proseguì per Catania il 5 agosto con volo AZ 246.

Ricongiuntosi con Sindona e con Caruso, Macaluso effettuò una telefonata in U.S.A., dall'utenza privata di Siegrid Edelmayer, amica e collega della IRESBERGER, e poi la sera stessa l'intera comitiva si trasferì a Vienna e prese alloggio all'Hotel Intercontinental, dove stranamente Sindona sottoscrisse con la sua vera firma il cartellino [mentre registrazione alberghiera intestata a Joseph Bonamico]. Il nuovo programma per il rientro di Sindona in Italia venne prontamente deciso e passò alla fase esecutiva lo stesso 5 agosto. Antonio Caruso, la cui presenza non era più necessaria, rientrò a New York con un volo SWISSAIR via Zurigo; Joseph Macaluso volò a Catania prendendo alloggio all’Hotel Excelsior dove giunsero anche suo fratello Salvatore e Joseph Sano.

Dalla camera della Irnesberger all'Hotel Intercontinental, nel frattempo, vennero prenotati due posti per il volo per Atene, uno per la stessa Irnesberger e l'altro per Sindona–Bonamico: la Irnesberger, invitata ad accompagnare Sindona ad Atene, evitò poi di partire fingendosi ammalata. Tra il 5, il 6 e il 7 agosto si intrecciò una serie frenetica di telefonate fra le varie persone che si attivarono per organizzare il soggiorno di Sindona ad Atene ed il suo rientro in Italia da quella città. Vi comparvero i primi contatti telefonici fra Joseph Macaluso e Miceli Crimi, il quale infatti, pochi giorni dopo, partì per la capitale greca.

Sindona lasciò Vienna nel pomeriggio del 6 agosto e giunse ad Atene la sera con il volo Os 381, prendendo alloggio all’Hotel Hilton, camera 440. la sera stessa venne raggiunto da una telefonata di Joseph Macaluso, e il giorno successivo da Joseph Sano, che prenotò a proprio nome due camere all'Hotel Park, dove Sindona si trasferì lasciando l’Hilton. Nel giro delle telefonate di questi giorni entrarono anche Santo Sgroi ed i recapiti di Sindona a New York: Macaluso telefonò al primo a più riprese, e questi chiamò a sua volta, poco dopo, prima l'ufficio di Sindona a New York e poi l'abitazione di Magnoni nella stessa città.

Insieme a Sano, lasciò l’Excelsior di Catania anche Joseph Macaluso, a nome del quale Miceli Crimi aveva prenotato un biglietto aereo il 7 agosto, a valere per il 9 sul tratto Palermo-Roma-New York. In realtà Joseph Macaluso non utilizzò il biglietto, perché in uno dei tanti improvvisi cambiamenti di programma di quei giorni, decise di recarsi a Barcellona per incontrare Pier Sandro Magnoni. Un giorno prima del fratello anche Salvatore Macaluso aveva lasciato Catania.

L’8 agosto Miceli Crimi prenotò un biglietto aereo per Atene, valido per il 9; non utilizzò tuttavia questo biglietto, pur essendosi recato ad Atene il 9 agosto. Lo stesso 9, infatti, egli prenotò quattro biglietti, tutti per la capitale greca, intestandone uno a sè, uno a Francesco Foderà, uno ad Ignazio Puccio e uno a Giacomo Vitale. Di questi biglietti, due erano di sola andata, e due di andata e ritorno; egli ne utilizzò uno e giunse ad Atene lo stesso giorno, registrandosi al Park Hotel, stanza 207. Gli altri vennero utilizzati il 12 agosto.

Prima di partire per la Grecia, Miceli Crimi si era preoccupato di trovare persone fidate che lo potessero accompagnare e aiutare per il rientro clandestino di Sindona in Italia. La scelta era caduta su Giacomo Vitale, che Miceli Crimi sapeva essere cognato dei Bontade (famiglia mafiosa palermitana) ed essere «persona che sapeva mantenere il silenzio» (106/112).

Il 7 agosto, quindi, Miceli Crimi telefonò a Michele Barresi (in contatto con Vitale per essere entrambi affiliati alla loggia massonica Camea: 74/150), che si trovava in villeggiatura a Santa Margherita Ligure presso Aldo Vitale (anch'egli massone e fondatore della Camea: 74/183), e gli chiese come poter rintracciare Giacomo Vitale (106/112). L’idea, secondo le dichiarazioni di Barresi e dello stesso Miceli Crimi, era quella di procurarsi una barca per trasportare Sindona in Sicilia. Grazie alle indicazioni di Barresi, Miceli Crimi rintracciò Giacomo Vitale e gli espose la situazione.

Vitale accettò di organizzare il rientro di Sindona e si preoccupò di trovare le persone adatte ad aiutarlo, Francesco Foderà e Ignazio Puccio. Il primo era pure un massone affiliato alla Camea, il secondo era l'esperto in navigazione che, grazie ai suoi precedenti di contrabbandiere, aveva in Grecia le entrature necessarie per reperire un natante da utilizzare per raggiungere la Sicilia. Contemporaneamente Miceli Crimi aveva anche provveduto a trovare a Sindona un rifugio alternativo alla villa che avrebbero dovuto reperire i Macaluso vicino a Catania: aveva telefonato a Gaetano Piazza, massone di Caltanissetta che conosceva da qualche anno e che gli era stato presentato da Salvatore Bellassai – dirigente presso la Regione Siciliana e affiliato alla loggia massonica P2 – e gli aveva chiesto la disponibilità ad ospitare Sindona. Il Piazza, già preavvertito fin dal mese di luglio dell'eventualità di dover ospitare un “fratello massone”, aveva accettato.

Il 12 agosto Giacomo Vitale, Francesco Foderà e Ignazio Puccio giunsero ad Atene utilizzando i biglietti acquistati da Miceli Crimi il 9, e alloggiarono i primi due all'Hilton, il terzo al Park Hotel. Secondo notizie fornite dallo stesso Michele Sindona all’Fbi, in Atene «fu concordato un piano secondo il quale uno o due yacht, di proprietà di uomini di affari, massoni fiancheggiatori, sarebbero stati usati per portare Sindona in Sicilia».

Tuttavia il piano aveva dovuto essere modificato per via di alcuni controlli che le autorità greche stavano effettuando in quei giorni per la repressione del contrabbando, e pertanto venne rapidamente deciso che Sindona, Miceli Crimi e gli altri “liberi massoni” avrebbero preso un ferry-boat dal Pireo al porto italiano di Brindisi. Vari elementi in atti hanno confermato queste notizie, imprecise solo per quanto riguardava il porto dal quale la comitiva si era allontanata dalla Grecia: Patrasso e non il Pireo.

I cinque infatti partirono alle 21.30 del 14 agosto con la motonave S. Andrea e giunsero a Brindisi alle ore 15.45 del giorno successivo. A Brindisi si divisero: Vitale, Foderà e Sindona si diressero verso la Sicilia su una Fiat 131 noleggiata all’Avis; Miceli Crimi e Puccio partirono per Palermo in treno, dopo aver tentato inutilmente di trovare posto in aereo. Già da Atene con alcune telefonate, Miceli Crimi aveva preavvertito Francesca Paola Longo e Gaetano Piazza che Sindona sarebbe giunto a casa di quest'ultimo la notte fra il 15 e il 16.

Così avvenne: Sindona giunse a Caltanissetta, dove erano ad attenderlo il Piazza e la Longo, verso le 1.30 di notte. Subito dopo aver cenato, Vitale e Foderà se ne andarono e il loro posto di accompagnatori venne preso, la mattina successiva, da Miceli Crimi che era arrivato da Palermo. Lo stesso giorno 16 Gaetano Piazza accompagnò a Palermo Sindona, la Longo e Miceli Crimi. Sindona venne ospitato nell'appartamento della Longo, in Piazza Diodoro Siculo n.4, dove rimase per oltre un mese.

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