Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul “rapporto 161” di Ninni Cassarà e Francesco Accordino


L'organigramma tracciato nell'anonimo, come si vede, trova piena rispondenza nei fatti delittuosi che si erano succeduti dall'inizio del millenovecentottantuno e corrispondeva, come già é stato detto, al quadro degli organi investigativi sulla scorta delle indagini, informazioni e deduzioni avevano già tracciato.

L'anonimo forniva però numerosi dettagli quali: i nominativi dei mafiosi che erano fuggiti dalla villa di via Valenza; l'identità di quelli che erano attesi; lo scopo per il quale era stato indetto il summit; la localizzazione sia pure sommaria della raffineria; il gruppo che era interessato alla raffinazione della droga.

Offriva pure lo spunto per alcune considerazioni relative alla gerarchia mafiosa instauratasi tra i vari clan, precisando che il clan di corso Dei Mille era affiliato ai PRESTIFILIPPO di Croceverde Giardini ed a Giuseppe GRECO di Ciaculli, ma che tutti erano passati al gruppo corleonese.

Tale ultima affermazione non può certo intendersi nel senso che clan mafiosi quali i GRECO dei Ciaculli, i PRESTIFILIPPO ed i GRECO di Croceverde Giardini possano trovarsi in posizione subordinata nei confronti del clan dei corleonesi, bensì va interpretata come adesione di tutti i clan emergenti al punto di vista o alle ragioni o all'azione di cui si erano fatti promotori i corleonesi nei confronti delle famiglie BONTATE e INZERILLO.

Cosa del resto evidenziata nell'anonimo pervenuto ai Carabinieri, nel quale le cause della guerra sono indicate nell'opposizione dei clan BONTATE e INZERILLO all'ingresso dei corleonesi nel territorio metropolitano.

Vale la pena accennare che sostanzialmente le notizie fornite dai due anonimi, sopra citati, sono state informalmente recepite da Funzionari e Ufflciali della Squadra Mobile e del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri, che le hanno attinte a seguito di lunga opera di persuasione, da persone risultanti assai vicine ai defunti BONTATE Stefano e INZERILLO Salvatore.

Di tali. notizie confidenziali sarà diffusamente trattato in seguito.

A questo punto occorre fare un'annotazione di carattere statistico che, pur con i comprensibili limiti in tale tipo d'osservazione, offre in ogni caso dati obiettivi e incontrovertibili.

Dal 19 ottobre 1981, data in cui si verificò l'arresto dei partecipanti al summit di Villagrazia, alla fine dell'anno millenovecentottantuno, la cadenza degli omicidi attribuiti alla prosecuzione del piano di sterminio delle famiglie tradizionali, subiva una netta flessione anche se si dovevano registrare taluni delitti di persone legate ai gruppi BONTATE e BADALAMENTI, quali MANDALA' Gaetano ucciso il 13 novembre 1981 in via Conte Federico unitamente a GIANNONE Filippo, e FINAZZO Giuseppe ucciso il 10 dicembre in contrada Gazza di Terrasini.

Il 6 novembre 1981 era stato ucciso il Professore BOSIO Sebastiano; nell'immediatezza del fatto non si comprese il movente, pur risultando lo stesso in contatto con mafiosi di spicco quali MANGANO Vittorio, trafficante di stupefacenti, legato al clan INZERILLO; il movente sarà in seguito chiarito da qualificato confidente.

A proposito dell'omicidio di MANDALA' Gaetano, consumato come quelli in pregiudizio di MANDALA' Pietro e di MAZZOLA Emanuele nella via Conte Federico, va sottolineato che la vittima era cugino in primo grado di CONTORNO Salvatore - perché ambedue figli di fratelli – nonché zio di MANDALA' Pietro e di LOMBARDO Carmela, moglie di CONTORNO.

Pertanto anche tale delitto va inquadrato nell'ambito del disegno persecutorio attuato nei confronti del CONTORNO, la cui esistenza in vita doveva necessariamente costituire una spada di Damocle sospesa sulla testa degli organizzatori e degli esecutori di tanti efferati omicidi.

Questa stasi nel proseguimento del disegno criminoso era ancora in parte riconducibile alla particolare intensità con la quale venivano seguite le indagini successive al bliz di via Valenza e al rinvenimento della enorme somma di denaro in lire e in dollari nell'appartamento di AGLIERI Giorgio; in parte all'intensificazione di specifici servizi preventivi svolti da personale in divisa ed in borghese della Polizia e dei Carabinieri in tutta la zona orientale della città ed in particolare da piazza Scaffa al quartiere Ciaculli.

La costante presenza degli organi di Polizia in tutta la zona se da una parte si é rilevata utile nel contenimento dell'ondata criminale incentrata nella zona orientale della città, dall'altro evidenziava l'interesse degli organi investigativi nei confronti dei gruppi di mafia che proprio in tale comprensorio avevano spadroneggiato.

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