Tra corpi deformi e outsider

Dentro e fuori le capsule. Un’impronta surrealista segna la Biennale di Venezia

Raphaela Vogel, Können und Müssen (Ability and Necessity), 2022 Polyurethane elastomer, steel, brass, anatomical model, Galerie Gregor Staiger, Zurich; Institut fur Auslandsbeziehungen – ifa. Foto Roberto Marossi -\\u00A0Courtesy La Biennale di Venezia
Raphaela Vogel, Können und Müssen (Ability and Necessity), 2022 Polyurethane elastomer, steel, brass, anatomical model, Galerie Gregor Staiger, Zurich; Institut fur Auslandsbeziehungen – ifa. Foto Roberto Marossi - Courtesy La Biennale di Venezia
  • Merito di questa edizione della Biennale è l’aver toccato argomenti importanti, sensibili, delicati, senza scadere negli eccessi disastrosi generati dalla cancel culture e dal politicamente corretto.
  • Eccessi nati delle rivendicazioni di quanti in nome di un’ingiustizia subita nel tempo tendono a mortificare la cultura e le sue espressioni astraendole dal loro contesto storico di appartenenza.
  • Oltre a porre attenzione sulla presenza femminile nell’ambito del movimento surrealista, questa Biennale mette in evidenza quanto estesa in arte sia oggi la tendenza a scandagliare il mondo dei sogni, esplorare l’inconscio, dare immagine a desideri e paure, destabilizzare, infrangere le regole, immaginare un mondo nuovo, tutte attitudini che hanno permeato il surrealismo.

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