Rieccoci, come ogni settimana. In questo invio abbiamo l'occasione di festeggiare un compleanno importante: quello del Grundgesetz tedesco, l'equivalente della Costituzione. Il prossimo 23 maggio sono 75 anni che fu proclamata per la Germania ovest, mentre nel 1989 è stata adottata da tutta la Germania riunificata. L'anniversario è interessante anche per il dibattito che perdura sulla carta, che l'est ha parzialmente subìto dopo la riunificazione, dando origine a una parte del risentimento che da sempre caratterizza i rapporti tra quelle che erano le due Germanie.

Intanto le europee si avvicinano: diamo un'occhiata a come sta prosperando il partito di Sahra Wagenknecht e guardiamo anche come arriva al voto il partito del cancelliere che attualmente ha il suo bel da fare con la gestione di una serie di inondazioni, ma sta anche cercando di ottenere un innalzamento del salario minimo.

CARTA CANTA

Per il suo 75° compleanno la Costituzione tedesca si è addirittura meritata un (molto discusso, recensito così così) libro del presidente federale Frank-Walter Steinmeier, intitolato Wir, noi, ma si sta trasformando in un'occasione dell'opinione pubblica e della società tedesca di fare i conti con come il paese si è sviluppato nei suoi primi anni di vita.

La Zeit, per esempio, ha trovato 75 cose positive che garantisce il Grundgesetz, ma anche altrettante che andrebbero cambiate per migliorare.

La taz, da parte sua, propone un'interessante analisi su come nel 1989 si sia persa l'occasione di scrivere una nuova Costituzione che integrasse meglio di come è accaduto allora due mondi che fino a quel momento si erano sviluppati secondo linee parallele. Secondo Ilko-Sascha Kowalczuk, ancora oggi aggiornare la carta permetterebbe alla grande maggioranza democratica del paese di riconoscersi come tale e sfilare agli estremisti il dominio della conversazione pubblica.

La Sueddeutsche fa testimonianza di appartenenza sottolineando come l'impronta bavarese del luogo in cui fu stesa la prima bozza - Herrenchiemsee - sia ancora chiaramente riconoscibile nel testo definitivo.

INONDAZIONI E SALARIO MINIMO

Buttiamo un occhio sulla situazione di Olaf Scholz, che oltre a portare avanti la campagna elettorale per il suo partito deve fare i conti con diverse emergenze, prima fra tutte le inondazioni che hanno colpito diverse parti della Germania: il cancelliere è stato nel Saarland per promettere aiuti alla popolazione colpita. Il governo è anche stato criticato per non essere stato abbastanza efficace nella lotta al cambiamento climatico, per esempio dall'attivista Luisa Neubauer.

Da segnalare anche che i socialdemocratici sono tornati a chiedere che si aumenti il salario minimo a 15 euro: il cancelliere l'ha ribadito anche nella sua ultima intervista allo Stern. Non è ancora chiaro quale possa essere la parabola che porta la cifra dai 12 euro abbondanti all'ora a cui si attesta adesso al nuovo limite indicato dal cancelliere, ma la trattativa con i liberali, da sempre decisamente meno generosi in termini di spesa pubblica, si preannuncia difficile.

LA SCOMMESSA DI WAGENKNECHT

Torniamo a occuparci del caso di queste elezioni europee, e in generale delle elezioni locali in programma in Germania per l'autunno.

Bündnis Sahra Wagenknecht sta ancora lavorando sulla propria struttura interna ma potrebbe essere la rivelazione del voto del 9 giugno: nei sondaggi si attesta tra il 5 e il 7 per cento, una percentuale non indimenticabile ma sufficiente per superare la soglia di sbarramento (a differenza della Linke, che al momento arranca intorno al 4 per cento) e a scippare consensi ad AfD, che negli ultimi mesi si è di nuova allontanata dalla preoccupante quota 20 per cento intorno a cui gravitava a inizio anno.

La forza di Wagenknecht è la sua capacità di attrarre voti dagli elettorati di praticamente tutti gli altri partiti, con l'eccezione forse di Fdp e Cdu: per averne prova basta dare un'occhiata al profilo del nuovo capo del partito in Sassonia, dove si vota nel prossimo autunno. Jörg Scheibe è un ingegnere che celebra con la segreteria regionale il suo debutto in politica, ma non ha nessun problema a confessare di aver a lungo votato i Verdi. Alla taz spiega che poi si è allontanato dal partito per le posizioni dei Verdi sulle forniture militari all'Ucraina, che hanno regalato alla formazione il nomignolo di "Olivgrün", traducibile pressappoco con verde militare.

Segnaliamo anche un'analisi della tagesschau, che passa in rassegna la posizione del partito nei tre Land dell'est in cui si va al voto. La situazione sembra più che buona tra Brandeburgo, Sassonia e Turingia, dove si stanno organizzando riunioni a ciclo continuo per pianificare la campagna elettorale. Restano da definire le potenziali alleanze: quella meno probabile al momento sembra quella con la Cdu, anche se sia in Sassonia che in Turingia i voti di Bsw potrebbero avere un ruolo determinante.

BATTAGLIA SULLE TENDE

Chiudiamo con una breve rassegna delle posizioni sulle proteste filopalestinesi nei campus universitari, che hanno raggiunto ormai anche gli atenei tedeschi, per esempio a Berlino, Brema e Lipsia. Il dibattito si sta scaldando, e tra chi sostiene che si tratti del momento più basso della scienza e chi difende le proteste come "legittime" la polarizzazione si fa sempre più ampia.

Un gruppo di professori ha firmato una lettera condivisa per invitare le forze dell'ordine, che sono intervenute a più riprese sulle proteste, a permettere agli studenti di restare sul suolo delle università per "tutelare il diritto d'espressione del dissenso". L'associazione delle università ha criticato fortemente le proteste "violente e fuori controllo", mentre secondo i professori - alcuni anche piuttosto illustri, come Michael Barenboim, figlio del direttore d'orchestra Daniel - si tratta di difendere il diritto di riunirsi, anche a dispetto di vincoli che, accumulati, limitano sempre di più la libertà.

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