Fa un salto di qualità l’indagine della procura di Vienna che si sta occupando di Sebastian Kurz. Gli inquirenti stanno cercando di dimostrare che l’ex cancelliere ha commissionato e modificato sondaggi con cui influenzare positivamente, tramite la diffusione sui giornali, l’opinione pubblica nei suoi confronti. Le indagini hanno fatto un passo avanti grazie alla testimonianza di Tomas Schmid, un tecnico dello stesso partito conservatore a cui appartiene anche Kurz che aveva lavorato a stretto contatto con il capo del governo.

Secondo quanto emerge dalle deposizioni, la vicenda sarebbe ulteriormente aggravata dal fatto che i sondaggi sarebbero stati in parte commissionati dal ministero delle Finanze. I risultati modificati a piacimento sarebbero poi stati inoltrati al tabloid Österreich che li pubblicava in cambio di inserzioni del ministero. Questo sistema avrebbe permesso a Kurz di conquistare la segreteria del partito nel 2017 e successivamente anche la cancelleria. Il sostegno elettorale sarebbe dunque stato finanziato con i soldi dei contribuenti. 

I soldi del ministero sarebbero stati utilizzati per sostenere Kurz anche nell’assegnazione di incarichi e nella preparazione delle trattative per la formazione del governo.

La replica

Kurz ha ribadito più volte di non essere al corrente di nessun aspetto della vicenda, ribadendo di continuo la sua innocenza, ma nel frattempo si è ritirato dalla politica attiva. Secondo Schmid, però, sarebbe stato lui stesso inventore del sistema, quindi perfettamente a conoscenza dei rapporti tra stampa e governo. 

Il tecnico è stato coinvolto dopo che la procura aveva iniziato a indagare sul capo della FpÖ di allora, Heinz-Christian Strache, coinvolto in un’inchiesta giornalistica che aveva rivelato la sua disponibilità a essere corrotto da una finta oligarca russa. Da Strache le indagini avevano presto raggiunto Schmid, di cui gli inquirenti hanno raccolto oltre 300mila messaggi chat. Da alcuni di questi la procura ha recuperato il materiale necessario per avvalorare le accuse contro Kurz. 

L’ex cancelliere, che oggi lavora nel settore privato, ha di nuovo negato il suo coinvolgimento. 

«Per me le parole di Schmid non sono una sorpresa. Vuole diventare testimone chiave sollevando accuse contro altri, tra cui me, per sfuggire a una condanna. Le sue testimonianze sono utili alla procura, visto che finora non è riuscita a trovare nulla che potesse confermare le accuse contro di me. Sarò felice di provare che le accuse sono sbagliate laddove in Austria si decide davvero su innocenza e colpevolezza, cioè davanti a un giudice» scrive l’ex cancelliere. 

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