La corsa alle europee si chiude nel segno della violenza dopo che durante l’ultima aggressione a un politico in campagna elettorale ha provocato la morte di un poliziotto che aveva cercato di trattenere l’attentatore di Mannheim
Una settimana di tensione anche in Germania, questa che ci aspetta. La campagna elettorale è agli sgoccioli, ma si è rivelata molto più aggressiva di quella italiana. Le aggressioni sono state parecchie: quella che è avvenuta la scorsa settimana a Mannheim ha provocato la morte di un poliziotto che era intervenuto per fermare l'uomo afghano che aveva assaltato un rappresentante di un movimento di estrema destra con un coltello.
Parliamo anche di AfD, ma in fondo alla newsletter vi aspetta un crossover episode con CIBO, il nostro mensile food, che ci porta a ospitare una firma che ricorderete sicuramente, Lucio Palmisano.
Socialismo pragmatico
Vale la pena dedicare qualche riga al cambio di linea di vasta portata a cui si è potuto assistere dall'inizio della guerra in Ucraina in Germania. A questo proposito segnaliamo un'analisi dello Spiegel che mette in luce come il ruolo principale sia finito, come spesso accade nell'amicizia francotedesco, a Emmanuel Macron che ha annunciato di voler aprire a un utilizzo delle armi europee anche oltrefrontiera verso la Russia.
Nelle vicinanze della cancelleria dopo l'annuncio le spiegazioni dello staff di Olaf Scholz sono state piuttosto vaghe, ma l'impressione è che una volta accettato che le armi europee (e tedesche) possano colpire postazioni in prossimità della frontiera tra Russia e Ucraina l'utilizzo incondizionato sia praticamente avallato anche verso strutture che si trovano più nell'entroterra.
Il primo degli aggrediti
Il 2 giugno era il quinto anniversario dell'omicidio di Walter Lübcke. Il politico della Cdu era morto dopo aver subito un attacco di un terrorista di estrema destra che gli ha sparato. Il presidente federale Frank-Walter Steinmeier lo ha ricordato sottolineando come la lunga scia di sangue che il terrorismo nero si porta appresso anche in Germania «non è finito a giugno di cinque anni fa».
Lübcke è stato il primo politico ucciso dall'estrema destra dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Steinmeier ha anche voluto ripetere la sua frase più famosa: «Bisogna esporsi per i propri valori, e chi non rappresenta quei valori può lasciare questo paese quando vuole, se non li condivide». Si tratta di una frase pronunciata durante un comizio assediato da contestatori, tra cui il suo futuro assassino, Stephan Ernst.
La ricorrenza cade in una campagna elettorale tesissima. Dopo le aggressioni al candidato socialdemocratico Matthias Ecke, all'ex sindaca Spd di Berlino Franziska Giffey e a diversi comitati dei Verdi la settimana scorsa è stata la volta di un candidato di un movimento di estrema destra, assaltato a Mannheim all'arma bianca da un afghano in Germania da diversi anni. L'attentatore è riuscito ad accoltellare il candidato ma anche un poliziotto, morto qualche giorno dopo per le ferite riportate. L'episodio ha provocato dichiarazioni di ferma condanna da tutta la politica e preoccupazione tra la gente. Il movente, per altro, non è stato ancora chiarito.
La vergogna di AfD
La tagesschau approfondisce il limbo in cui è precipitato Maximilian Krah dopo l'esclusione - almeno su carta - da Identità e democrazia e dalla campagna elettorale di AfD. I suoi scontri con gli altri membri di Id in realtà sono precedenti alla rottura definitiva: i rapporti erano già logorati con Marine Le Pen, ma anche le sue implicazioni con finanziamenti di paesi stranieri hanno complicato la campagna elettorale.
Ovviamente la sua posizione in cima alla lista di AfD - che pure avrebbe voluto rimuoverlo, si legge nel pezzo, ma i termini erano scaduti - gli garantisce un ritorno certo nell'Europarlamento. Nonostante le sue zavorre legali e i rischi che corre.
Eredità boema
Non potevamo ignorare il centenario dalla morte di Franz Kafka. Per celebrare lo scrittore vi segnaliamo un pezzo culturale della taz. Lo abbiamo scelto perché mette in luce un aspetto peculiare della sua produzione, cioè l'urgenza straordinaria della sua scrittura, che a differenza di tanti suoi contemporanei non si perde in metafore o allusioni ma va dritto al punto.
Bonus: siamo arrivati al momento di intersezione tra CIBO e la Deutsche vita. Godetevi l'impatto dello street food sulla campagna elettorale tedesca raccontato da Lucio Palmisano.
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