Il nuovo ministro della Difesa tedesco sarà Boris Pistorius, ministro dell’Interno della Bassa Sassonia. Il cancelliere Olaf Scholz l’ha annunciato con un tweet a mezzogiorno, ma la notizia circolava già in mattinata dopo che lunedì mattina Christine Lambrecht aveva presentato le proprie dimissioni.

Si tratta di una scelta inattesa, che cade fuori dalla rosa dei nomi che circolavano nelle ore successive al passo indietro di Lambrecht. Gli osservatori dei giornali puntavano piuttosto su nomi più di peso, come quello del ministro Hubertus Heil, del capo della cancelleria Wolfgang Schmidt e del segretario della Spd Lars Klingbeil.

La storia di Pistorius

Scholz ha preferito invece un nome di spicco della socialdemocrazia della Bassa Sassonia: un clan influente anche nel partito nazionale. Pistorius è nella direzione nazionale e si è anche candidato nel 2019 alla guida del partito: il nuovo ministro sarà un altro giurista, esattamente come Lambrecht.

La declinazione del suo mandato nel governo regionale, poi, rivela la sua collocazione nell’ala di destra della Spd: non è casuale il suo soprannome di “sceriffo rosso”. Fin dal 2015 spingeva per una maggiore enfasi nella lotta al terrorismo islamico, mentre nel 2017 ha ordinato il respingimento di due persone nate in Germania. L’altro suo tema principe è la cybersicurezza: in questo ambito si è espresso a favore di un obbligo di identificazione degli utenti del web e spinge per la memorizzazione anticipata dei dati da parte dei fornitori di servizi. Pistorius ha lavorato anche al ricorso costituzionale per vietare il partito nazionalista Npd e ha commentato con durezza i reati commessi da gruppi antifa. 

Ambizioni nazionali e eredità locali

Era da tempo che il politico locale aspettava il treno per Berlino, ma fino a questo momento era considerato il successore in pectore della ministra dell’Interno Nancy Fraeser, che tra qualche mese dovrebbe correre come governatrice dell’Assia. Una successione forse più coerente di quella a cui si assiste in queste ore.

Pistorius è senz’altro un burocrate affidabile e un ministro efficace, ma nella sua biografia non spicca nessuna competenza militare se non la leva. Dalla sua ha un grande appoggio nel partito e una lunga esperienza di crescita nella corrente di Gerhard Schröder, l’ultimo cancelliere socialdemocratico prima di Scholz, noto per le sue politiche economiche poco in linea con la sinistra tradizionale.

Lo stesso capo del governo attuale faceva parte dei fedelissimi di Schröder, ma Scholz si è emancipato dall’immagine dell’ex cancelliere. Schröder è infatti diventato piuttosto ingombrante negli ultimi mesi, quando i suoi legami con la Russia hanno iniziato a metterlo a rischio sanzioni da parte dell’europarlamento. Diversamente da Pistorius, che è rimasto a lavorare nel feudo dell’ex cancelliere e tra il 2016 e il 2022 ha avuto anche una relazione con una delle ex mogli di Schröder. 

Nel 2018, quando la posizione di Schröder era ancora condivisa da gran parte del resto del partito, anche Pistorius dubitava dell’efficacia delle sanzioni alla Russia imposte dopo l’invasione della Crimea, che avrebbero danneggiato eccessivamente l’economia tedesca. Tempi lontani, certo, ma il neoministro dovrà dimostrare con i fatti che le sue posizioni attuali sono compatibili con il sostegno tedesco alle forze ucraine.

Cuore e parità 

Nel tweet con cui ha annunciato la sua scelta, Scholz ha sottolineato «l’esperienza, la competenza e l’assertività del ministro», nonché il suo «grande cuore», che lo porterebbero a essere la persona «giusta» per gestire la Zeitenwende inaugurata dal cancelliere per cambiare la posizione geopolitica della Germania nel mondo. 

Il nuovo ministro dovrebbe giurare già giovedì per poter ospitare subito dopo l’incontro dei ministri della Difesa occidentali, invitati alla base di Ramstein, dove discuteranno del sostegno all’Ucraina. Sembrano per il momento esclusi ulteriori cambi nella composizione dell’esecutivo che permetterebbero a Scholz di mantenere la sua promessa: «Un esecutivo guidato da me sarà composto almeno per metà da donne!». La scelta di un uomo ha scombinato l’equilibrio, una decisione che ha infastidito soprattutto le donne della Spd, che però hanno evitato di commentare pubblicamente.

Le critiche arrivano invece dai Verdi, che polemizzano con la decisione del cancelliere. Resta da vedere se è vero che «Kompetenz schlägt Parität», «competenza batte parità», come scrive per esempio Georg Restle della Ard, e se la scelta del cancelliere si dimostrerà valida per risolvere i problemi che Lambrecht e i suoi predecessori non hanno saputo togliere di mezzo. Sicuramente, Scholz ha cercato nel suo nuovo ministro un alleato fedele. 

In un tweet di martedì mattina, Martin Greive, vicecaporedattore della redazione berlinese dell’Handelsblatt riferisce che Pistorius è uno dei migliori imitatori dello storico cancelliere socialdemocratico Willy Brandt nella Spd. Se si tiene in conto l’aperta ammirazione per Helmut Schmidt – l’altra figura di riferimento della Spd, il cancelliere amburghese, brillante e tagliente – di Scholz, il risultato è una combinazione di due appassionati, forse ancora in cerca di una loro identità autonoma. 

© Riproduzione riservata