Questa settimana cominciamo dall'aggressione a a un europarlamentare socialdemocratico, attaccato mentre attaccava manifesti. I suoi aggressori sarebbero stati identificati, ma l'attacco ha scosso politica e opinione pubblica. Parliamo anche della posizione del presidente federale Frank-Walter Steinmeier e della trasferta romana di Markus Söder.

violenza al voto

Matthias Ecke è capolista della Spd in Sassonia: venerdì sera è stato aggredito mentre attaccava manifesti per il suo partito: è stato ferito così gravemente da dover essere operato d'urgenza dopo che gli erano state frantumate alcune ossa del cranio. Ecke avrebbe bisogno di un periodo di degenza ma sarebbe pronto e convinto a tornare in campagna elettorale.

Sabato notte un giovane si era consegnato alla polizia e ieri, tre giorni dopo l'aggressione, tutti e quattro i presunti responsabili, tutti 17-18enni che apparterrebbero ad ambienti di estrema destra, sono stati identificati.

L'episodio ha provocato l'indignazione dell'opinione pubblica: nel fine settimana ci sono state manifestazioni di solidarietà a Berlino e nelle regioni orientali. Anche le autorità hanno condannato gli attacchi: lo stato centrale e i Land hanno pianificato un tavolo apposito sulla sicurezza in vista delle elezioni del 9 giugno per organizzare meglio la sicurezza di candidati e militanti impegnati nella campagna elettorale.

Brezel e Parigi

Possiamo segnalare questa settimana un riscaldamento dei rapporti tra Parigi e Berlino. Soprattutto di quello umano tra Emmanuel Macron e Olaf Scholz: il cancelliere ha fatto in settimana un salto in Francia con sua moglie Britta Ernst e si è fatto immortalare al tavolo insieme al presidente francese e la consorte Brigitte Macron. Secondo quanto è filtrato dalla cancelleria, i due si sono confrontanti sui rapporti con la Cina - Scholz è da poco tornato da una missione a Pechino, mentre Xi Jinping avrebbe raggiunto di lì a poco Parigi - e sulle altre priorità di geopolitica.

Il presidente è anche atteso a fine mese presso il Castello Bellevue, la residenza ufficiale del presidente federale Frank-Walter Steinmeier, per festeggiare insieme l'anniversario della firma della Costituzione tedesca.

Entrambi i capi di governo attendono guardano anche con una certa ansia all'esito delle elezioni europee. Sia Scholz che Macron rischiano di dover fare i conti con una destra forte: in Francia c'è Marine Le Pen che potrebbe fare il pieno, in Germania i sondaggi attribuiscono a Cdu/Csu e AfD ottimi risultati. Ciascuno fa campagna elettorale secondo il proprio stile: il cancelliere sta spingendo la sua Spitzenkandidatin Katerina Barley, anche prestandosi a fare il panettiere.

Il presidente impalpabile

A prenderla in maniera meno diplomatica è stata lo Stern, che si chiede già se Steinmeier sia addirittura "il presidente sbagliato": Nico Fried si chiede domanda possa uscire dalle settimane difficili che ha passato, dopo che il suo libro sulla Costituzione tedesca ha ricevuto critiche non favorevoli e dichiarazioni discutibili sulle forniture militari all'Ucraina, per cui poi si è scusato.

Ancora prima è arrivata la foto del presidente accanto a un kebab che girava sullo spiedo: quel che rimane di un complicato viaggio di Stato in Turchia. Il problema sembra soprattutto che al secondo mandato di Steinmeier manchi un obiettivo chiaro, una ragion d'essere che orienti la sua azione.

La Tagesschau nota anche che Steinmeier non impari dai suoi errori. I suoi discorsi restano poco impressi, è difficile ricordarsi quali siano le sue priorità: uno dei problemi più grandi rimane la Russia, con cui curava gli ottimi rapporti con Berlino da ministro degli Esteri. Difficile essere credibili con un background del genere.

Vacanze romane

Non possiamo non citare la rielezione alla segreteria della Cdu di Friedrich Merz. Un risultato scontato su cui nessuno aveva dubbi, considerato che il partito da mesi si aggira nei sondaggi intorno al 30 per cento dei consensi. Tanta roba, per un partito che, orfano di Angela Merkel, era scivolato in una crisi nera.

Secondo la taz il voto rafforza Merz nella corsa interna con la Csu alla candidatura per la cancelleria, ma il segretario resta debole in alcuni frangenti. Non riesce per esempio a posizionarsi come unico oppositore alla coalizione Semaforo: l'obiettivo della sua moderazione è includere la minoranza interna al partito, una strategia che ha pagato visto che il 90 per cento dei votanti lo ha confermato nel suo ruolo. Ma essere uno statista è un'altra cosa.

Nonostante abbia lavorato su di sé, resta poi il dubbio su come possa presentarsi in campagna elettorale un carattere difficile come il suo, che spesso si è segnalato per la scarsa diplomazia, in alcuni momenti addirittura arroganza. Una circostanza che potrebbe trasformarsi in un vantaggio per Markus Söder: il governatore della Baviera, eterno competitor per il capo della Cdu nella corsa alla candidatura, questo venerdì incontrerà Giorgia Meloni. Il capo della Csu aveva aspramente criticato il collega di partito e capo dei popolari Manfred Weber che l'anno scorso aveva incontrato la premier. Weber aveva già negli occhi una strategia di avvicinamento alla destra che potesse accreditarlo come sfidante di Ursula von der Leyen.

Quel progetto è andato a monte. Ora il quadro politico, ma la decisione di Söder, da sempre difensore della Brandmauer, il muro di fuoco verso la destra estrema, è già stata criticata: dal suo punto di vista l'incontro è però giustificato perché gli darà l'occasione di farsi un'impressione della presidente in prima persona, per scoprire quali siano le sue posizioni su AfD, sull'Europa e la geopolitica in generale. Ma lo interessano anche i nuovi gasdotti e la fornitura di idrogeno che potrebbero passare attraverso le Alpi, oltre che l'accordo sui migranti tra Albania e Italia, un patto che Söder ha già definito un possibile modello per l'Europa. La speranza, ha detto il governatore, è che si tratti di un viaggio "che riequilibri la situazione", per altro organizzato da una mediatrice d'eccezione, la presidente uscente von der Leyen.

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