Matteo Salvini fa una gincane rispetto alle domande sul codice degli appalti. Alla domanda sulle critiche ricevute dall’Anac che ha spiegato come siano state ammorbidite le norme sul conflitto di interessi e il controllo dell’Anac sulle società in house dei comuni.

Salvini ha dato di fatto la responsabilità al Consiglio di stato che ha cercato di venire in parte incontro alle volontà del ministero delle Infrastrutture: «Io ringrazio il Consiglio di stato e alcune critiche dell’Anac sono rivolte al Consiglio di stato».

Allo stesso tempo ha rivendicato la scelta politica: «In una cabina di regia ci stanno organismi politici, una autorità di anticorruzione può esprimersi, ma ci sono organi politici». 

La riforma dell’appalto integrato

L’ultima modifica al codice prevede anche la decadenza di tutti i limiti all’appalto integrato, cioè alla possibilità che ci sia progettazione esecutiva e realizzazione affidata allo stesso soggetto. 

La nostalgia per la legge Obiettivo

Salvini ha anche richiamato la legge obiettivo, che tante opere ha realizzato, in realtà le ha realizzate in deroga e invece l’idea del consiglio di stato che ha redatto la bozza va contro la deroga.

L’aumento della soglia per gli affidamenti diretti a 500mila euro ha detto Salvini può fare in modo che l’80 per cento delle procedure siano dirette. L’ipotesi tuttavia, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, è aperta all’interlocuzione con l’Unione europea e con i comuni. 

Sulle concessioni, altro nodo politico che era in discussione, il ministro ha detto: «Abbiamo chiarito le regole di concorrenza ed evitato la proroga delle concessioni autostradali scadute. Non ci sarà più la proroga automatica, di fatto, delle concessioni autostradali. Le recuperiamo e procediamo a nuovi affidamenti» 

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