l’india martoriata dal covid-19

La retorica identitaria non salverà Modi dalla pessima gestione della pandemia

Indians wait to refill oxygen cylinders for COVID-19 patients at a gas supplier facility in New Delhi, India, Saturday, May 8, 2021. Infections have swelled in India since February in a disastrous turn blamed on more contagious variants as well as government decisions to allow massive crowds to gather for religious festivals and political rallies. (AP Photo/Ishant Chauhan)
Indians wait to refill oxygen cylinders for COVID-19 patients at a gas supplier facility in New Delhi, India, Saturday, May 8, 2021. Infections have swelled in India since February in a disastrous turn blamed on more contagious variants as well as government decisions to allow massive crowds to gather for religious festivals and political rallies. (AP Photo/Ishant Chauhan)
  • Il primo ministro indiano Narendra Modi sa ammaliare le folle, arringarle parlando con fierezza d’identità nazionalista hinduista, celebrando la grandiosità dell’operato indiano.
  • Ironia della sorte, a metterlo all’angolo oggi è proprio il malcelato orgoglio con il quale a gennaio annunciava virtualmente al World Economic Forum che «il 18 per cento della popolazione mondiale vive qui e tuttavia non solo abbiamo risolto i nostri problemi, ma abbiamo anche aiutato il mondo a combattere la pandemia».
  • Così, mentre il paese supera la cifra record di 4.200 decessi in un giorno, il partito Congress, all’opposizione, ha gioco facile a rinfacciargli di aver sostenuto che «l’India ha salvato l’umanità da un grande disastro, contenendo il coronavirus in modo efficace».

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