Eppur si muove, come direbbe Galilei. La conoscenza del Pnrr lentamente migliora. La quota di italiani che afferma di conoscere il piano e i suoi contenuti passa dal 16 per cento del 2022 al 19 per cento del 2023. A questa quota si aggiunge quella parte del paese che ha sentito parlare del Pnrr, ma non conosce con precisione i suoi contenuti. Siamo passati dal 49 per cento del 2022 al 52 per cento del 2023.

È quanto emerge dal rapporto L’Italia delle regioni, realizzato da Ipsos per conto della Conferenza delle regioni e delle province autonome, presentato al festival delle regioni di Torino. La valutazione complessiva del Pnrr, rispetto ai suoi tre macro obiettivi, mostra luci e ombre.
Gli italiani riconoscono una chiara efficacia sul fronte della digitalizzazione e dell’innovazione (62 per cento), mentre risultano decisamente più calmierati i giudizi sulla capacità del piano di rafforzare la coesione sociale del paese (42 per cento di giudizi positivi) e sul fronte della transizione ecologica (55 per cento).

Le bocciature

Molto più freddi sono gli altri giudizi. Il 28 per cento dell’opinione pubblica pensa che il Pnrr stia supportando la costruzione del futuro dell’Italia e il 25 per cento vede qualche effetto positivo sul fronte del lavoro. Ancora meno evidenti sono per l’opinione pubblica gli effetti positivi, per ora, sul fronte sanitario e dei trasporti (19), sul fronte del rinnovamento della pubblica amministrazione (18).
Scendendo sulle singole mission del Pnrr, la valutazione sulla prima mission (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) è complessivamente positiva.

Per il 61 per cento stanno migliorando gli aspetti legati al rilancio del turismo e dei settori culturali con un approccio innovativo e sostenibile; per il 55 per cento del paese si sta incrementando il tasso di modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del sistema produttivo e, infine, per il 54 per cento dell’opinione pubblica ci sono segnali positivi sul fronte della modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione della pubblica amministrazione.

La valutazione delle action riguardo la seconda mission (rivoluzione verde e transizione ecologica), mostrano solo due ambiti che vengono vissuti dall’opinione pubblica come in chiaro miglioramento: le politiche per le fonti di energia rinnovabili (56) e l’agricoltura sostenibile (51). Sugli altri fronti della transizione green le valutazioni dell’opinione pubblica restano maggioritariamente critiche.
La mission che riguarda le infrastrutture per una mobilità sostenibile mostrano mediamente valutazioni più positive solo sul fronte ferroviario, con il 53 per cento degli italiani avverte il rafforzamento dell'alta velocità. Più calmierata è la valutazione che coinvolge lo sviluppo di un sistema portuale e logistico. In questo caso le valutazioni positive di miglioramento coinvolgono il 47 per cento dei cittadini.

La quarta mission intende realizzare un nuovo sistema educativo più forte, con al centro i giovani. Su questo ambito i giudizi dei cittadini sono piuttosto freddi. I segnali di miglioramento sono percepiti solo sul rafforzamento dei sistemi di ricerca scientifica di base e applicata (50 per cento).  
Più critici appaiono i giudizi sul potenziamento dei percorsi scolastici e universitari con il 53 per cento di valutazioni negative; sul quadro delle competenze (55 per cento di valutazioni negative); sui progetti di sostegno alle famiglie per l'acquisizione di competenze scolastiche avanzate (56 per cento di valutazioni negative).

Inclusione e sanità

Il tema della coesione e dell’inclusione (quinta mission) è uno dei più sofferenti nel paese. Sul fronte del sostegno all’occupazione e all’imprenditoria femminile e giovanile i segnali di miglioramento sono avvertiti dal 46 per cento degli italiani, contro un 54 per cento che denuncia il permanere o peggiorare della situazione.
Sul capitolo sanità (sesta mission), infine, il giudizio degli italiani si spacca nettamente in due per quanto attiene i processi di ammodernamento delle dotazioni tecnologiche e la digitalizzazione del servizio sanitario nazionale (50 per cento vede miglioramenti e 50 per cento non li riscontra), mentre molto più negativo è il quadro rispetto al rafforzamento delle reti territoriali.
In questo ambito i miglioramenti sono avvertiti dal 38 per cento dei cittadini, contro il 62 per cento che invece denuncia segnali di peggioramento dell’offerta. Insomma per il Pnrr c’è ancora molta strada da fare per innescare quella svolta annunciata, ma ancora fortemente claudicante.

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