Mario Draghi, che stamattina ha ricevuto dal presidente Mattarella l’incarico per formare un governo, è un economista e personaggio pubblico oramai conosciuto ai più. Fra i numerosi discorsi e lecture che ha effettuato negli ultimi anni, ce ne è uno che è assai interessante. Il discorso che tenne nell’ottobre del 2007, allora governatore della Banca d’Italia, durante l’annuale riunione della società degli economisti italiani. È interessante non solo come discorso, incentrato sul tema del consumo e della crescita in Italia, ma soprattutto per un grafico presentato. Durante la conferenza, Draghi sottolinea uno dei problemi strutturali dell’economia italiana: i bassi salari di ingresso nel mercato del lavoro e la loro crescita esclusivamente basata sull’età.

Come si vede dal grafico, mentre in Germania e Regno Unito il profilo dei salari è a “U rovesciata” (le retribuzioni raggiungono un apice in corrispondenza delle età produttive e poi calano), per l’Italia e la Francia questo non avviene. Anzi, in entrambi i paesi i salari crescono solo al crescere dell’età. Inoltre, usando le stesse parole di Draghi, “le differenze salariali rispetto agli altri paesi sono appena più contenute per i giovani, si ampliano per le classi centrali di età e tendono ad annullarsi per i lavoratori più anziani (…) Anche a parità di caratteristiche individuali, tuttavia, le retribuzioni mensili nette italiane risultano in media inferiori di circa il 10 per cento a quelle tedesche, del 20 a quelle britanniche e del 25 a quelle francesi.

© Riproduzione riservata