Secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale di persone che voterà alle elezioni del 25 settembre sarà inferiore al 70 per cento (l’Istituto Demopolis stima il 67 per cento dell’affluenza). Qualora confermato, sarebbe il risultato più basso di sempre.

I dati storici

Oltre settant’anni fa, domenica 18 e lunedì 19 aprile del 1948, gli italiani e le italiane furono chiamati a eleggere per la prima volta i loro rappresentanti al parlamento. Su 29.117.554 aventi diritto al voto per la Camera dei deputati, votarono 26.855.741. Un’affluenza del 92,23 per cento. Dal 1948 ad oggi, la popolazione italiana è aumentata, ma la percentuale di chi vota è in continua diminuzione. All’ultima elezione per il rinnovo del parlamento del 2018, secondo i dati del Ministero dell’Interno, su 46.505.350 aventi diritto solo 33.923.321 si sono recati alle urne. Il 72,94 per cento degli aventi diritto, il dato più basso della storia repubblicana.

Trend internazionale

Quello della diminuzione non è solo un trend italiano. Dati dell’Institute for Democracy and Electoral Assistance (Idea) evidenziano come in molti paesi il dato dell’affluenza sia in diminuzione ormai da anni. Il Regno Unito ha perso circa il 10-12 per cento dell’affluenza dal 1950 ad oggi, in Francia alle ultime presidenziali ha votato il 73,69 per cento (nel 1965 era oltre l’84 per cento). In Germania l’anno scorso il 76,58 per cento ha votato (negli anni Sessanta l’affluenza non è mai scesa sotto l’85 per cento).

Il voto nelle grandi città

In Italia la diminuzione del voto ha colpito soprattutto il sud del paese: se si osserva la distribuzione territoriale, in zone della Sardegna, Sicilia e della Calabria il numero di persone che vota è diminuito di oltre il 25 per cento. Non solo, se ci si sofferma ad analizzare le prime 10 città per popolazione nel corso delle elezioni politiche dal 1948 ad oggi, si nota come sia aumentato sempre di più il divario fra grandi città del nord e grandi città del sud.

Nelle elezioni politiche degli anni Cinquanta e Sessanta, la differenza fra la città che registrava il più alto tasso di affluenza al voto e quella più bassa era intorno ai 10 punti percentuali. Nelle ultime elezioni, la differenza è quasi raddoppiata, quasi 20 punti percentuali fra la città con più alta partecipazione (Firenze con il 78 per cento) e quella più bassa (Catania con il 60 per cento).

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