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Il non voto ha le sue ragioni, ma il rischio è il vuoto democratico

  • Nelle conversazioni di questa strana estate la domanda “ma tu voti?” precede quasi sempre quella sul “che cosa”. L’attesa è per l’astensione più alta di sempre.
  • Cosa si aspettano dalla politica i cittadini e le cittadine? Perché avvertono – apparentemente più che in passato, data la crescita dell’astensione – una perpetua delusione?
  • Il non voto può essere un messaggio con cui si chiede di più, non di meno, dalla politica. Ma il rischio è ampliare il vuoto democratico. E nel vuoto altri poteri trovano lo spazio per avanzare. 

«Invito tutti ad andare a votare» ha detto Mario Draghi nel suo molto applaudito intervento al Meeting di Rimini. La realtà, però, è che nelle conversazioni di questa strana estate la domanda “ma tu voti?” precede quasi sempre quella sul “che cosa”. E le previsioni degli istituti di ricerca confermano l’impressione: l’attesa è per l’astensione più alta di sempre. Non è difficile immaginare cosa rende questa consultazione indigeribile a molti. Dal lato dell’offerta, i partiti presentano tutt

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