Mentre aspettiamo che diventi definitivo lo stop della vendita delle auto a motore endotermico, ovvero Gpl, benzina, diesel e metano, fissato dal parlamento europeo nel 2035, l’Italia ha stabilito per legge di continuare a incentivarne l’acquisto fino al 2024. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato poco prima della scelta dell’europarlamento che dal 25 maggio è possibile tornare a prenotare sul sito del suo ministero i fondi per acquistare anche auto benzina e diesel Euro 6. Sono i fondi che aveva stanziato il Pd per primo ai tempi del governo giallorosso e che, come al solito, vengono consumati molto prima di quelli per le vetture elettriche o ibride.

Come funziona

Nello specifico, il Dpcm, che affonda le sue radici nelle leggi per rilanciare il settore auto a partire dalla legge di Bilancio per il 2020, offre 650 milioni all’anno e riguarda tutti i tipi di vetture ritenuti meno inquinanti. I fondi sono assegnati in base ai grammi di anidride carbonica (CO2) emessi per chilometro percorso come misurati in sede di omologazione.

Si va della fascia di emissioni 0-20 g/km, ovvero le auto elettriche, per cui il governo mette a disposizione 3mila euro più 2mila euro in caso di rottamazione, alle vetture fra 21 e 60 g/km, ibride plug-in meno efficienti, con un incentivo di 2mila euro più altri 2mila in presenza di rottamazione. A queste seguono però le vetture della terza fascia, con emissioni tra 61-135 g/km, le cosiddette Euro 6. In questa categoria troviamo benzina, diesel, Gpl e metano. L’incentivo è di 2mila euro e viene erogato solo con la rottamazione di un’automobile inferiore a Euro 5, di proprietà da almeno 12 mesi all’intestatario della nuova vettura acquistata (o a un familiare convivente).

L’erogazione dell’Ecobonus 2022 varia anche in base al prezzo della vettura: 35mila euro per le auto elettriche e 45mila euro per le vetture ibride plug-in a cui bisogna aggiungere l’Iva. Per quanto riguarda le auto “tradizionali” il limite massimo di spesa per questa fascia è di 35mila euro. Per ciascuno di questi segmenti, l’investimento dell’esecutivo cambia. Si tratta di 220 milioni di euro per la fascia delle elettriche, 225 milioni di euro per la fascia delle ibride plug-in e infine 170 milioni di euro per quelle a benzina e compagne della vecchia guardia.

Il Pd

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto di non essere d’accordo con il bando totale dei veicoli con motore endotermico dal 2035. Il segretario del Pd Enrico Letta, invece, ha festeggiato in un’intervista a Repubblica dicendo di avere una posizione diversa: «Il nostro è un governo di coalizione, con all’interno forze politiche che hanno votato in modo opposto a Strasburgo. Ed è un caso abbastanza unico in Europa. Prendo atto della scelta che l’esecutivo sta facendo, ribadendo che è diversa dalla nostra. Ne discuteremo con la massima attenzione».

Il segretario però dimentica che il primo a chiedere di incentivare le auto Euro 6 è stato il suo partito. La struttura dell’incentivo parte dalla prima versione del 2019, ovvero da quello varato dal governo giallo-rosso, che prevedeva un bonus per l’acquisto di auto elettriche o ibride a fronte di una rottamazione. Il Covid-19 ha ampliato il ventaglio delle possibilità. Il Pd ha chiesto che l’incentivo fosse esteso alle auto a benzina, diesel e Gpl, scontrandosi con il Movimento Cinque stelle. «In Italia abbiamo bisogno subito di un incentivo statale per favorire l’acquisto di auto che riducano drasticamente le emissioni», sottolineava il deputato Pd, Stefano Lepri, aggiungendo però che l’incentivo «può ampliare l’attuale ecobonus su auto ibride ed elettriche anche alle auto a motore termico più evolute».

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, pentastellato, ha detto sì, e la mossa è riuscita con il decreto rilancio dell’agosto 2020. Da allora gli incentivi sono stati rifinanziati, e ancora nel 2021 il capogruppo in commissione Attività produttive, Gianluca Benamati, sempre Pd, assicurava in varie interviste che il tema lo aveva personalmente sottoposto al ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giorgetti. La legge di Bilancio 2022, in tempi di governo Draghi e di larghe intese, dove giallo, verde, rosso e azzurro (Forza Italia) lavorano insieme, ha prorogato il bonus direttamente per tre anni.

Le scelte degli italiani

Scindendo dalle scelte politiche e dalla coerenza con le dichiarazioni, bisognerà cominciare a ragionare seriamente sulle disponibilità economiche degli italiani ma anche sui loro gusti, e capire come intervenire. Come rivela il contatore del Mise, è un dato di fatto che gli incentivi della fascia più inquinante si stanno consumando con più rapidità (come accaduto negli anni precedenti), anzi, sono quasi finiti: restano 13 milioni. Per le altre due fasce ci sono ancora circa 180 milioni e circa 200 milioni.

Come ha riportato Staffetta Quotidiana, le vendite di autovetture solo elettriche, pur pesando neanche il 3,5 per cento del totale venduto, da inizio anno hanno continuato a scendere. Che la scelta ricada sui soliti modelli dipende in parte dalla spesa che ogni famiglia può affrontare, ma non solo. Andando su fasce di prezzo non coperte dal Mise infatti, la testata segnalava che Tesla a maggio ha consegnato 14 autovetture, mentre sono state immatricolate 58 Ferrari e 62 Lamborghini.

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