Che cos’hanno in comune un generale della Guardia di Finanza, già vicecapo dei servizi segreti per l’estero (Aise), un ex senatore di Forza Italia esperto di politica internazionale ed editoria, un commercialista di fede salviniana e un’avvocata specializzata in fisco e tributi? A prima vista sembrano profili professionali molto lontani l’uno dall’altro, ma il governo è riuscito a metterli insieme nei posti di comando e di controllo di una società pubblica, assegnando a ciascuno di loro una poltrona e in qualche caso anche un congruo stipendio.

L’azienda in questione si chiama Acquirente Unico e svolge un ruolo molto importante nella complessa architettura dei servizi energetici di Stato, perché ha il compito di comprare l’elettricità destinata ai consumatori del cosiddetto mercato tutelato, cioè circa 10 milioni di famiglie e imprese che non hanno stipulato un contratto con tariffe liberalizzate. Entro aprile dell’anno prossimo queste ultime dovrebbero diventare la regola, ma il passaggio obbligatorio al mercato libero, già rinviato più volte, potrebbe slittare ancora.

In attesa della fatidica data, la maggioranza di centrodestra ha pensato bene di rinnovare per intero il vertice dell’Acquirente Unico. Una manovra all’insegna dello spoil system, eufemismo anglofono per lottizzazione. E strada facendo i posti in palio sono pure aumentati: da tre a cinque, di sicuro nel nome di una migliore amministrazione. Sfogliando i curriculum di quasi tutti i nuovi amministratori si fatica però a trovare un qualunque titolo, o esperienza passata, che abbia anche vagamente a che fare con l’energia. Il ministro Gilberto Picchetto Fratin resta fiducioso. Il cda appena designato esprime «professionalità certamente il linea con le sfide che attendono il Paese sul fronte dell’energia», ha scandito Pichetto Fratin a fine maggio, quando è stato annunciato il ribaltone societario.

La spia e il senatore

Ma ecco i nomi. Luigi Della Volpe, il nuovo presidente, è reduce dall’incarico nei servizi segreti ed ha trovato subito un incarico di prestigio come responsabile della sicurezza del gruppo Leonardo. Per l’Acquirente Unico, Della Volpe lavorerà a titolo gratuito e potrà così esplorare, per la prima volta in vita sua, il complicato settore delle forniture elettriche.

La guida operativa andrà invece a Giuseppe Moles, il senatore di Forza Italia che poco più di un anno fa, ai tempi del governo di Mario Draghi, era di casa a Palazzo Chigi, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione. Alle ultime elezioni però il lucano Moles si è visto preferire la ex presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, paracadutata in Basilicata per un posto blindato nel maggioritario.

Tempo qualche mese ed è arrivato un premio di consolazione: l’ex sottosegretario forzista è diventato amministratore delegato dell’Acquirente Unico. Un incarico accettato con “grande entusiasmo” ha dichiarato a caldo il diretto interessato, che verrà ricompensato con uno stipendio 120 mila euro annui a cui vanno aggiunti altri 13.500 euro come compenso per il suo di componente del cda.

Moles elenca nel suo curriculum competenze in relazioni internazionali, studi strategici, organizzazione aziendale, comunicazione e mass media. Nulla a proposito di energia e affini, lacuna che certo verrà colmata grazie a questa nuova esperienza.

È attesa all’esordio anche Maria Chiara Fazio, un’avvocata tributarista che porta un cognome molto noto nel mondo della finanza. Suo padre è l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, dimissionario nel 2005. Dopo un’esperienza giovanile come missionaria in Messico, Maria Chiara Fazio si è dedicata agli studi di legge e alla politica, da ultimo come candidata alle ultime elezioni in Ciociaria, la terra di suo padre, con le insegne di Noi Moderati, il partito del centro cattolico. Niente da fare. Il Parlamento può attendere, l’Acquirente Unico invece no.

E così, al posto del seggio alla Camera, è arrivato l’incarico nell’azienda pubblica dell’energia. Un settore tutto da scoprire per la quarantenne avvocata romana, che guadagnerà 13.500 euro l’anno. Insieme a lei siedono in consiglio Marco Campanari e Rosaria Tappi. Il primo è un imprenditore lecchese, con una lunga militanza nei ranghi di Confindustria.

Tappi è l’unica in cda che può vantare un passato da manager del settore elettrico, prima nelle fila dell’Enel e poi come dirigente del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che controlla per intero il capitale dell’Acquirente Unico. Fin qui il cda, ma la politica ha orientato le scelte anche per l’organo di controllo. Alla presidenza del collegio sindacale si è così insediato Tullio Patassini, che vanta una lunga militanza nel partito di Matteo Salvini.

Alle ultime elezioni, però, Patassini non è stato ricandidato alla Camera. Poco male, nell’arco di pochi mesi l’esponente leghista ha conquistato una poltrona tra i sindaci dell’Acquirente Unico (16 mila euro di compenso annuo), e poco prima aveva trovato posto, per 50 mila euro all’anno, anche tra i consulenti del Dipartimento per la programmazione economica della presidenza del Consiglio. Infine, neppure il suo collega di partito Alberto Gusmeroli è riuscito a privarsi del contributo di Patassini e lo ha chiamato come suo consigliere alla commissione Attività produttive della Camera.

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