Sono lontani i tempi del tabellone promozionale del leader della Lega Matteo Salvini: il segretario oggi ministro dei Trasporti che aveva promesso con un video di tagliare le accise si è ritrovato a fissare il ritorno pieno carico del tributo che pesa sui carburanti con la prima legge di bilancio del governo Meloni.

La riforma fiscale messa in campo dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, di Fratelli d’Italia, e approvata nel Consiglio dei ministri il 16 marzo, prevede che appena la delega sarà approvata partirà un ridefinizione «delle aliquote vigenti» sui carburanti per usare la leva fiscale e ridurre l’uso di quelli inquinanti, inoltre cominceranno a essere tolti gli sgravi sulle accise ritenute dannose per l’ambiente.

Una delle voci più rilevanti in termini di sconti, è quella degli sgravi per il gasolio a favore degli autotrasportatori, che nel 2020 sono costati 1,2 miliardi. In attesa dei dati del 2021, che secondo il Fatto Quotidiano dovrebbero essere pronti ma che il ministro dell’Ambiente e della sicurezza Gilberto Pichetto Fratin non ha voluto pubblicare.

Non è chiaro se lo “sconto Draghi” su tutti i carburanti a seguito dell’aumento delle materie prime sarà o no identificato come un ulteriore sussidio ambientalmente dannoso, ma comunque è già storia passata.

I motivi

Il ministero dell’Ambiente ogni anno è obbligato a pubblicare un elenco dei sussidi ambientalmente dannosi e ambientalmente favorevoli. L’ultima edizione riportava un focus sul mancato allineamento dei prezzi dell’accisa sulla benzina e quella del gasolio. I motivi di questa diversificazione, si legge nel documento pubblicato a gennaio del 2022, sono inesistenti.

A un primo confronto, a parità di volume, si riscontra una differenza del 15 per cento, a un secondo confronto, più corretto in quanto basato sul contenuto energetico dei carburanti, l’accisa sul gasolio è del 23 per cento inferiore a quella della benzina.

Dal punto di vista ambientale, questa differenza di trattamento in termini fiscali, si legge, rappresenta una distorsione rilevante, perché premia l’utilizzo di veicoli con impianti più emissivi in termini di categorie “Euro”.

L’inquinamento delle autovetture a gasolio è più alto in termini di particolato (PM) e ossidi di azoto (NOX), anche se potrebbero essere più efficienti sul fronte della CO2.

La delega

Il governo Draghi di fronte agli effetti sui prezzi dei carburanti a seguito della guerra in Ucraina, aveva deciso di favorire tutti allo stesso modo con uno sconto.

Appena sui mercati internazionali è tornata la calma, la prima legge di Bilancio firmata da Giorgia Meloni ha tolto lo sconto, portando a un rincaro. I social le hanno ricordato un altro video, quello in cui lei stessa se la prendeva con le accise.

Adesso si potrebbe aggiungere un altro aumento, la cui sensatezza ambientale è evidente, ma con cui finora il governo, che qualche mese fa se la prendeva «con gli speculatori», non ha mai voluto fare i conti.

La delega, come accade nella vaghezza di una norma che indica il quadro di azione lasciando all’esecutivo l’onere di decidere, affronta la questione nell’articolo 12 della bozza eloquentemente intitolato “Accisa e altre imposte sulla produzione e sui consumi”.

Al punto a «rimodulare le aliquote d’accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica» in modo «da contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti e dell’inquinamento atmosferico».

Al punto d «procedere al riordino e alla revisione delle agevolazioni in materia di accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica nonché alla progressiva soppressione o rimodulazione» di alcune voci catalogate come sussidi ambientalmente dannosi. «Tra le principali criticità», si legge nella relazione tecnica.

Il ministero dell’Economia ha confermato a Domani che sotto la lente del ministero ci sono tutti i carburanti, e che la leva agirà anche per agevolare le fonti meno inquinanti.

Oltre alle accise dannose sul gasolio, Legambiente nell’ultimo report ha ricordato i 641,6 milioni che vanno dalle coltivazioni di idrocarburi, all’utilizzo di gas e Gpl in usi industriali, e i milioni di euro destinati alla riduzione dell’accisa sul gas naturale impiegato nelle operazioni di campo per la coltivazione di idrocarburi o quella del Gpl per gli impianti ad uso industriale. Tra questi aiuti, anche quelli socialmente necessari, come le esenzioni di accisa per le famiglie a basso consumo.

Le norme che fisseranno le sforbiciate arriveranno, secondo quanto previsto dalla bozza, nell’arco di 24 mesi con dei decreti legislativi. Finora ci hanno provato diversi governi, da ultimo quello presieduto da Mario Draghi, che si è limitato a togliere solo sussidi marginali.

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