Nel primo trimestre del 2022 il Pil in Italia è diminuito dello 0,2 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. In termini tendenziali, invece, è cresciuto del 5,8 per cento. È la stima preliminare dell’Istat sui risultati economici del periodo gennaio-marzo del 2022.

Il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015 e corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è quindi diminuito dello 0,2 per cento, mentre il trimestre precedente si era chiuso con un +0,7 per cento. Il calcolo dell’Istat è migliore delle stime del governo, che nel Def prevedeva un calo dello 0,5 per cento rispetto al periodo ottobre-dicembre 2021.

L’Istat ha anche tenuto conto del fatto che il primo trimestre del 2022 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e una in più rispetto ai primi tre mesi del 2021.

La variazione acquisita del Pil italiano per il 2022, invece, è pari al +2,2 per cento. Alla fine del 2021 la crescita acquisita calcolata era leggermente superiore, +2,3 per cento. A pesare sulla lieve riduzione, la chiusura in negativo del periodo gennaio-marzo. 

La variazione congiunturale, spiega l’Istat, «è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di una riduzione in quello dei servizi e di una stazionarietà nell’industria. Dal lato della domanda vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta».

L’economia italiana, quindi, dopo quattro trimestri di crescita sostenuta, registra una lieve flessione.

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