Nonostante il video in cui l’amministratore di Exor ha annunciato ai tifosi di non aver intenzione di vendere il club, reso necessario dall’offerta recapitata dal socio di minoranza Tether, il titolo bianconero ha chiuso la giornata con un +18,5%. Significa che gli investitori sono comunque convinti che un cambio di proprietà ci sarà?
«La Juventus, la nostra storia, i nostri valori non sono in vendita». Così, sabato 13 novembre, John Elkann aveva provato a silenziare le voci di cessione del club. L’amministratore delegato di Exor, che controlla il 65% delle azioni della società quotata a Piazza Affari, aveva cercato di rassicurare tifosi e investitori sul futuro della squadra. Nessuna possibile cessione all'Arabia Saudita, come aveva scritto Domani. E nessuna intenzione di vendere il pacchetto di controllo a Tether, colosso delle stablecoin fondato dall'italiano Giancarlo Devasini, già proprietario dell'11,5% della Juve, che subito dopo l'articolo di Domani sull'interesse saudita aveva deciso di mettere le cose in chiaro.
Venerdì, a mercati chiusi, Tether aveva infatti ufficializzato di avere presentato al consiglio di amministrazione di Exor un'offerta vincolante non concordata per rilevare l'intera quota della Juventus in mano agli Elkann. L'offerta? 2,66 euro per azione, cioè un un premio del 20,74% rispetto al valore di chiusura del titolo venerdì scorso, oltre alla promessa di investire un miliardo di euro aggiuntivo «per rafforzare la prima squadra e sostenere lo sviluppo e la crescita della società».
Come detto, Elkann ha risposto picche. Sabato Exor ha fatto sapere che il cda «ha respinto all'unanimità» la proposta di Tether ed Elkann in persona, con un breve video, ha dichiarato che la sua famiglia continuerà «a sostenere la nostra squadra e guardiamo al futuro per costruire un futuro vincente».
Rialzo da record a Piazza Affari
Ciò che è successo lunedì 15 dicembre in Borsa fa però pensare che le rassicurazioni di Elkann non siano servite a molto. Il titolo ha chiuso infatti la giornata con un rialzo record: +18,5%. Significa quindi che gli investitori non credono al numero uno di Exor e sono convinti invece che un cambio di proprietà ci sarà?
Il dubbio lo ha instillato Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente bianconero: «Ho ascoltato le parole di John Elkann. Se potessi fare un po' di ironia, vorrei sapere se queste parole sono state dette col cuore o col gobbo», ha dichiarato a Rai Radio 1 l'ex dirigente bianconero prima della definitiva stoccata. «Si possono avere dei dubbi su quanto sia secco questo no di John Elkann», ha continuato Cobolli Gigli, «era secco anche quello per Gedi e poi le cose sono andate diversamente».
Il riferimento va al fatto che per mesi Elkann e i suoi dirigenti hanno smentito le voci di una possibile vendita del gruppo Gedi all'imprenditore greco Theo Kyriakou, salvo poi ammettere – pochi giorni fa – che la trattativa era avviata da tempo.
Insomma, la gestione del dossier Gedi potrebbe ora avere un impatto anche sulla Juve. Con la differenza che quest'ultima, a differenza di Gedi, è quotata in Borsa e uno dei suoi potenziali acquirenti, Tether, è già proprietario di un pacchetto rilevante di azioni.
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