DENTRO LA CRISI INDUSTRIALE ITALIANA

La discarica delle promesse di Termini Imerese

LaPresse
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  • Da quando nel 2011 Marchionne decise di abbandonare lo stabilimento, Invitalia è stata incaricata di occuparsi della reindustrializzazione.
  • A dieci anni di distanza restano seicento cassaintegrati e una missione fallita, tra innumerevoli finti capitani di imprese che hanno sfruttato l’ambizione di mantenere la produzione nel settore dell’auto. 
  • All’ultimo bando per il rilancio dello stabilimento si sono presentati in otto, il 9 settembre il governo dovrebbe dare qualche risposta, ma adesso sembra spingere per l’intervento di Fincantieri.

Ogni volta si sono illusi di aver trovato il cavaliere bianco, pronto a salvare la fabbrica di Termini Imerese e i suoi operai. Hanno incrociato invece improbabili gruppi automobilistici senza quattrini, imprenditori attirati solo dai fondi pubblici, mezzi truffatori. L’infinita crisi dell’ex stabilimento Fiat in Sicilia ha l’agrodolce sapore di una tragicommedia, dove ministri, sottosegretari, dirigenti di Invitalia annunciano di aver individuato finalmente la soluzione, credendo alle promesse

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