La Commissione europea ha rivisto al rialzo le previsioni sulla crescita del Pil dell’Eurozona per il 2021 e 2022. Mentre per l’Italia prevede un rialzo superiore alle media per il 2021 e invece ha leggermente rivisto al ribasso quelle per il 2022.  Stando alle previsioni estive presentate il 7 luglio il Pil reale del nostro paese aumenterà del 5 per cento nel 2021, rispetto al 4,2 stimato solo due mesi fa e del 4,2 per cento nel 2022 – era al 4,4. Ma Italia - e Spagna - restano anche i soli due paesi Ue per cui la commissione europea prevede un ritorno ai livelli precrisi solo nel terzo trimestre del 2022.

In ogni caso nella sua analisi la commissione registra che in Italia «l’attività  economica si è dimostrata più resistente del previsto ed è aumentata leggermente nel primo trimestre di quest'anno». Anche se c’è attenzione sull’andamento dell’inflazione: per l’Italia il rialzo dei prezzi si dovrebbe fermare all’1,2 per cento nel 2022.

previsioni crescita pil

Riforme escluse

Nelle previsioni sulla crescita italiana, in particolare nel 2022, sono inclusi anche gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel suo report l’esecutivo Ue sottolinea quanto sia considerato un motore di crescita per il paese. Ma Gentiloni ha sottolineato che le stime non includono invece l’impatto delle riforme, «quasi impossibile da valutare in anticipo» e che però «possono incrementare le possibilità di crescita anche negli anni successivi per evitare che si tratti solo di un rimbalzo».

Anche perché il rimbalzo è comunque minore di quello di altri paesi: la Francia segnerà quest’anno un sei più per cento, l’Irlanda sfonda la quota del più sette per cento.

Secondo le stime Ue per il nostro paese, il consumo privato dovrebbe rimbalzare notevolmente, aiutato dal miglioramento delle prospettive del mercato del lavoro e il graduale esaurimento dei risparmi accumulati.  Anche l’export sosterrà la ripresa, ma invece quella del turismo sarà più graduale. 

Nel medio periodo la ripresa dovrebbe essere guidata oltre che dalla ripresa della produzione da un aumento dei consumi e dal riversamento dei risparmi accumulati durante la pandemia sul mercato.

Il nodo inflazione

In generale per quest’anno è previsto un aumento dei prezzi, guidato da fattori che secondo la commissione sono «transitori», aumento dei prezzi dell’energia, rialzo dei prezzi delle materie prime e scarsità di semiconduttori. Ma per il 2022 parallelamente a un certo rallentamento del ritmo di crescita, «si prevede che le pressioni inflazionistiche diminuiscano gradualmente».

Tuttavia persistono rischi a livello generale se le strozzature dal lato dell’offerta dovessero risultare più persistenti, l’aumento dei prezzi al consumo potrebbe essere più alto del previsto e innescare effetti secondari negativi sulla ripresa, in un contesto in cui sono aumentati anche le difficoltà finanziarie e i rischi di insolvenza.

Il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni ha spiegato che le stime confermano come «l’andamento dell’inflazione non èsia identico negli Stati Uniti e nell’Unione europea». Tuttavia per via dell’architettura dell’Eurozona l’inflazione non ha andamenti uniformi in Europa. Il vicepresidente della commissione europea Valdis Dombrovskis ha spiegato che con il progredire della normalizzazione dell’economia i paesi dovranno adottare risposte fiscali differenziate all’eventuale aumento dei prezzi.

© Riproduzione riservata