Da sempre per la destra nazionale il capo, che sia eletto o imposto con la forza, decide per tutti; perciò non ama le Autorità indipendenti (Ai), essenziali al funzionamento d’una moderna democrazia liberale. Indipendenti dalla politica, esse “arbitrano” i contrasti fra diversi interessi, con compiti e poteri prefissati per legge.

Se i contrasti fossero decisi secondo opache o mutevoli convenienze dai governi, gli interessi se ne contenderebbero i favori, o si accentrerebbero concordi. Soffrirebbe lo sviluppo, ma godrebbe la maggioranza, incoraggiata a comprimere i diritti perpetuando il proprio dominio. Le Ai evitano che il governo esondi, deprimendo il tasso di democrazia, magari creando le premesse di autocrazie, come l’Ungheria di Viktor Orbán.

Preoccupano per questo le recenti uscite del presidente dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, (Agcm), Roberto Rustichelli, e dell’Ente nazionale aviazione civile (Enac), Pierluigi Di Palma. Il primo, a difesa della tassa sugli extra profitti bancari così difettosa da imporre radicali modifiche, ne loda l’equità; meglio farebbe a indagare sulle pratiche commerciali delle banche, fonte di grasse commissioni esenti dalla supertassa.

L’Enac è «autorità di regolazione tecnica dell’aviazione civile», sottoposta a indirizzo e controllo del ministero dei Trasporti e infrastrutture, ministro Matteo Salvini. L’ente, nel cui sito campeggia una foto di Di Palma con “il” presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non è Ai, ma la corretta esecuzione delle sue funzioni sconsiglia rischiose escursioni.

Quando Ryanair, la compagnia più odiata (e usata) dagli italiani, alza i prezzi dei collegamenti con le isole, il governo annuncia il blocco degli algoritmi grazie ai quali essa fa, scientificamente, quanto fece sempre alla buona: far pagare a ogni cliente il massimo possibile.

Alle rudi risposte del manager europeo meno amato e difendibile, il capo di Ryanair, il governo fa spallucce, assecondato da Di Palma, che ha la scusante di non guidare un’Ai, insieme a Rustichelli, che invece presiede un’Ai; neanche cedessero a richieste del governo. Il primo svela un fatto sconvolgente: le compagnie «tendono ad aumentare i prezzi dei biglietti man mano che rilevano un maggior interesse della clientela per quella specifica tratta». Cioè, se c’è più domanda su un volo, il prezzo sale. A Rustichelli le proteste di Ryanair paiono non cogliere nel segno.

Per difendere le patrie vacanze, il blocco dei prezzi andava esteso a hotel, traghetti, stabilimenti balneari etc. Sfuggiva ai maturi Bukharin la sua illegittimità, non svolgendo Ryanair servizio pubblico. Di qui l’astuto voltafaccia del governo: passa la palla all’Agcm che apre un’indagine sulle scorrettezze commerciali di Ryanair. Non sarà stato piacevole per i due presidenti vedere le truppe meloniane abbandonare la trincea avanzata cui essi, arditi, s’erano spinti; costretti alla ritirata proprio loro che potevano sconsigliare l’avanzata.

È strano che le scorrettezze emergano solo ora; ai primi freddi l’indagine Agcm cadrà nel dimenticatoio. Sono ancora piccole sbavature, ma gravi perché errate nel metodo; spingono i governi a rendere più dipendenti le Autorità e, come le critiche al commissario Paolo Gentiloni, reo di non allineare la Ue ai desiderata del patrio governo, ostacolano il nostro sviluppo anche civile. Mai come ora le Autorità ci servono davvero indipendenti.

 

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