La legge in discussione in parlamento include nuove misure per le famiglie e la natalità, con una stretta sulle detrazioni sopra i 75mila euro di reddito. Meloni scommette sul «bonus nuove nascite», una misura bandiera che replica il bonus bebè. Resta l’agevolazione al 50 per cento per ristrutturare la prima casa
In questa scheda aggiorneremo le novità della manovra 2025 sul tema casa e famiglie fino alla sua approvazione:
- Un emendamento approvato dalla commissione Bilancio della Camera ha introdotto un nuovo bonus elettrodomestici e ha eliminato la possibilità di ottenere agevolazioni per l’acquisto di caldaie a gas.
- Si allarga la platea dei beneficiari dell’Assegno di inclusione e del Supporto per la formazione e il lavoro: il tetto di reddito Isee per accedere alle misure sale a 10.140 euro.
- Il testo arrivato in aula chiarisce il meccanismo del taglio delle detrazioni fiscali per chi supera i 75mila euro di reddito, con la previsione di un apposito quoziente familiare.
- Il 19 dicembre abbiamo segnalato l’assenza della tassa di 5 euro sulle sigarette, proposta dagli oncologi italiani e che era stata accolta con favore da alcuni partiti.
- Sono stati accolti un emendamento del Pd che istituisce un servizio di sostegno psicologico a scuola e un emendamento di Italia viva che rifinanzia il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza.
- La legge istituisce un fondo per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze tra le giovani generazioni, con una dotazione di mezzo milione l’anno.
Con il via libera della commissione Bilancio della Camera, è arrivato in aula il testo della manovra 2025, con 144 articoli che comprendono misure fiscali come il taglio del cuneo, le norme sulle pensioni e quelle sulla revisione della spesa. Dopo il voto di fiducia a Montecitorio, l’iter normativo porterà – entro il 31 dicembre – all’approvazione al Senato del ddl definitivo, per cui sono previste misure per 30 miliardi.
Tra gli aggiustamenti rispetto alla versione depositata a ottobre ci sono precisazioni sul riordino delle detrazioni: le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa saranno escluse dal tetto della revisione. È previsto un piccolo rialzo per le pensioni minime e un’estrazione in più del Superenalotto, ogni venerdì. La terza manovra del governo Meloni destina poi poco più di 1,5 miliardi per sostenere le famiglie e la natalità, con il ritorno del bonus nascite e il salvataggio del bonus ristrutturazioni.
Un percorso tormentato
La strada della legge sembrava in discesa a causa delle poche risorse e di un limitato spazio per nuove misure, ma i tempi per l’approvazione si sono allungati rispetto alle previsioni, con l’approdo in aula che è slittato al 19 dicembre. Ora l’obiettivo del governo è licenziare il testo, ricorrendo alla fiducia, il 20 dicembre. La manovra si sposterà poi in Senato, dove la commissione Bilancio la approverà senza ritocchi e l’aula darà il via libera definitivo entro la fine dell’anno, così da evitare l’esercizio provvisorio.
I ritardi sono legati alle mosse dei relatori di maggioranza, che hanno depositato molti emendamenti, tra cui quello sull’aumento degli stipendi per i ministri non parlamentari (poi riformulato). In una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, le opposizioni hanno criticato la mancata presenza delle relazioni tecniche, denunciando «l’impossibilità di valutare le misure». Fontana ha però confermato l’iter, dato che la manovra è «fisiologicamente eterogenea e comprensiva di vasti interventi».
Il taglio delle detrazioni
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva annunciato che una delle priorità della manovra sarebbe stata l’aiuto alle famiglie, con misure a sostegno di quelle più numerose. Per questo il governo interverrà sul sistema delle detrazioni fiscali, cioè quegli importi che si possono detrarre ogni anno nella dichiarazione dei redditi e che riducono le imposte da pagare (come le spese sanitarie o gli interessi sul mutuo).
Cambia il peso del numero di familiari a carico per il computo delle detrazioni: più sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli sconti di cui si può beneficiare. Un modo per premiare i nuclei numerosi con redditi bassi ma che penalizza single, famiglie senza figli e con redditi medio-alti. I tecnici hanno messo a punto un quoziente familiare seguendo la traccia di quello adottato per delimitare l’ambito di applicazione del superbonus.
L’articolo 2 della legge prevede una stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro, ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli. Chi guadagna tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, mentre chi supera i 100mila potrà detrarre 8mila euro. In assenza di figli la cifra è moltiplicata per un coefficiente di 0,5 (cioè dimezzata), con un figlio è moltiplicata per 0,7 e con due per 0,85. Il risultato invece non cambia in presenza di almeno tre figli.
Sempre l’articolo 2 dice che «dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese sono escluse le spese sanitarie detraibili e gli oneri sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024». Ciò significa che le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa saranno escluse dal tetto della revisione delle detrazioni. In tutto si stima un risparmio per lo stato di oltre un miliardo di euro.
Bonus nascite e bonus mamme
A sostegno delle famiglie con figli sono rafforzate le misure sul congedo parentale all’80 per cento, esteso da due a tre mesi fino al sesto anno di vita del bambino. Viene poi introdotta una «carta per i nuovi nati», un sussidio da mille euro per i neogenitori (anche adottivi) con Isee sotto i 40mila euro. La misura «non concorre alla formazione del reddito» e andrà richiesta all’Inps. Nelle intenzioni di Meloni dovrebbe essere un provvedimento di forte impatto, ma di fatto è una replica del bonus bebè previsto nelle passate legislature anche da altri governi.
Il bonus mamme viene poi esteso alle lavoratrici autonome con una soglia di reddito fino a 40mila euro annui. Le lavoratrici che non hanno optato per un regime forfettario potranno quindi usufruire, se hanno due figli, di una decontribuzione fino al compimento del decimo anno di quello più piccolo. Nel caso delle madri con tre figli la misura vale fino al compimento dei 18 anni del figlio minore.
La manovra prevede anche il potenziamento del bonus per la frequenza degli asili nido – per cui viene meno il requisito di avere un secondo figlio under 10 per accedere a una maggiorazione – e modifiche all’Assegno unico universale per i figli a carico, i cui versamenti verranno esclusi dal computo dell’Isee (almeno ai fini del bonus asilo nido). In questo modo il governo rimedia, almeno in parte, all’errore dello scorso anno, per cui molte famiglie si sono ritrovate con un Isee più alto a causa dell’Assegno e per questo hanno perso altre agevolazioni.
L’Assegno di inclusione
Con un emendamento alla legge si allarga la platea dei beneficiari dell’Assegno di inclusione, il sussidio di povertà che ha sostituito il Reddito di cittadinanza: la manovra aumenta da 9.360 a 10.140 euro la soglia di reddito Isee da non superare per poterne beneficiare. Si amplia anche la platea di chi può fare richiesta per il Supporto per la formazione e il lavoro, destinato agli “occupabili”: l’Isee familiare massimo passa da 6mila a 10.140 euro e l’importo del sussidio aumenta da 350 a 500 euro al mese.
Tra le misure di carattere sociale c’è poi il rifinanziamento della carta Dedicata a te, utile per l’acquisto di beni alimentari e di prima necessità: la carta è destinata ai nuclei familiari con Isee inferiore a 15mila euro, a cui sono riservati 500 milioni. L’articolo 40 istituisce invece un fondo per «la prevenzione e il contrasto delle dipendenze tra le giovani generazioni», con una dotazione di mezzo milione l’anno. Fino a ottobre Giorgetti aveva anche confermato il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro, come già era stato nel 2024, ma alla fine la misura non è in manovra.
Ristrutturare casa
Il governo torna indietro sulla stretta ai bonus edilizi. Se la legge di riforma del superbonus aveva stabilito un décalage del bonus ristrutturazioni, con una riduzione dal 50 al 36 per cento nel 2025, la legge di Bilancio salva il bonus ancora per un anno. Ma solo per le prime case, con tetto di spesa fermo a 96mila euro: per le seconde case si conferma la riduzione del bonus al 36 per cento, con tetto di spesa a 48mila euro.
È poi previsto un bonus per l’acquisto di elettrodomestici «di classe energetica superiore alla B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento dell’apparecchio sostituito». Il contributo può coprire al massimo il 30 per cento del prezzo e la dotazione è di 50 milioni per il 2025. Un emendamento approvato in commissione Bilancio alla Camera ha invece eliminato la possibilità di avere agevolazioni fiscali per l’acquisto di caldaie a combustibili fossili, in linea con il divieto della direttiva Ue Case green.
Sempre sul fronte casa, uno degli impegni assunti nel Piano strutturale di bilancio – ma che è stato escluso dalla manovra – riguarda l’aggiornamento delle rendite catastali degli edifici ristrutturati con il superbonus. Si tratta di quasi mezzo milione di immobili. Sarebbe il primo passo della riforma del catasto, attesa nel 2026 ma attualmente in stand by, che permetterà di censire anche le case “fantasma”, quelle costruzioni che esistono ma non sono mai state dichiarate.
Carburanti e sigarette
Il Consiglio dei ministri del 15 ottobre ha esaminato anche un decreto in materia di energia, che però non contiene l’atteso bilanciamento delle accise sui carburanti, un tema scomodo per i partiti al governo (che in passato erano a favore di una loro riduzione). L’armonizzazione, richiesta dalle direttive Ue in materia di sussidi ambientalmente dannosi, dovrebbe realizzarsi con un taglio delle accise sulla benzina e un rialzo di quelle sul diesel pari a cinque centesimi in cinque anni.
A questo proposito, per i camionisti dovrebbero essere confermati gli aiuti fiscali in vigore sulla base di una direttiva comunitaria del 2003. Tutto lascia pensare che il governo regolerà le accise con un prossimo decreto a tema fisco o che lascerà al parlamento il compito di decidere. Il decreto vagliato in Cdm ha invece esteso da due a quattro anni l’autorizzazione “a mezzo di patentino” per la vendita di tabacchi, semplificando la vita ai gestori delle rivendite.
Nella legge di Bilancio non c’è traccia neanche della tassa di scopo sul fumo. A chiederla era stata l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che a ottobre aveva proposto di finanziare la sanità pubblica con una tassa di 5 euro a pacchetto di sigarette. Alcuni senatori – tra cui Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato (M5s) – si erano detti a favore della richiesta, ma in manovra non sono stati presentati emendamenti in tal senso.
Si muove l’opposizione
Un emendamento del Partito democratico, sottoscritto da tutte le forze d’opposizione, istituisce in via sperimentale un servizio di sostegno psicologico nelle scuole, con uno stanziamento di 10 milioni per il 2025 e 18,5 milioni dal 2026. È stato accolto anche un emendamento di Italia viva sul Reddito di libertà: il fondo per garantire «una reale indipendenza finanziaria alle donne vittime di violenza» viene rifinanziato con 1,1 milioni in più all’anno.
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