L’ops ha raccolto l’adesione del 62,3 per cento del capitale. Con la conquista di Piazzetta Cuccia, la quota del 13,1 del gruppo assicurativo Generali controllata dalla banca d’affari, finisce nell’orbita di Caltagirone e dei Del Vecchio, in quanto grandi azionisti di Mps-Mediobanca e anche soci di rilievo di Generali
Mps si prende Mediobanca. La vittoria annunciata di Siena è diventata ufficiale lunedì 8 settembre con la pubblicazione dei risultati definitivi dell’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata dal Monte dei Paschi sulla banca d’affari milanese, crocevia obbligato per chi vuol mettere le mani sulle Generali di Trieste, obiettivo finale della scalata gestita da Luigi Lovaglio, l’esperto banchiere alla guida del Monte, per conto dei suoi grandi soci. E cioè Francesco Gaetano Caltagirone, la famiglia Del Vecchio e il governo, che ha garantito l’indispensabile copertura politica a tutta l’operazione.
Ebbene, secondo i dati resi noti in serata, l’ops ha raccolto l’adesione del 62,3 per cento del capitale di Mediobanca. Hanno consegnato le loro azioni, com’era prevedibile, i soci più importanti dell’istituto di Piazzetta Cuccia. A cominciare dal 19,9 per cento di Delfin, la holding lussemburghese dei Del Vecchio affidata a Francesco Milleri, a cui si è aggiunto Caltagirone con il suo 9,9. Alla spicciolata, nei giorni scorsi, dopo il rilancio di 0,9 euro ad azione annunciato dal Monte, hanno scelto Siena anche altri azionisti di peso. Un elenco che comprende, per esempio, i Benetton (2,2 per cento), l’Enpam la (Cassa previdenziale dei medici) con un altro 2 per cento circa, oltre a fondi d’investimento, come Fidelity e Vanguard.
Mps ha così nettamente superato la soglia del 50,1 per cento che basta e avanza per controllare Mediobanca oltre a garantire a Siena un più veloce e redditizio utilizzo di attività fiscali, le cosiddette deferred tax assets (dta), con benefici stimati in 500 milioni per i prossimi sei anni. Non finisce qui, perché Lovaglio si è riservato la possibilità di riaprire l’offerta dal 16 al 22 settembre. Questo vuol dire che molti investitori istituzionali potranno sfruttare questa nuova finestra per consegnare i loro titoli. Un’opportunità che di certo verrà sfruttata dalla folta pattuglia degli hedge fund che hanno comprato azioni Mediobanca in queste ultime settimane e attendavano solo l’annuncio dei risultati finali dell’ops per chiudere il cerchio dei loro arbitraggi.
Salotto buono addio
Dopo i tempi supplementari, quindi, le adesioni potrebbero arrivare ai due terzi del capitale o anche oltre. Fin d’ora però si può dire che il successo dell’operazione annunciata a fine gennaio e partita in Borsa sei mesi dopo, disegna nuovi equilibri di potere nell’alto dei cieli della finanza italiana. Cala il sipario su quella che un tempo veniva definita “galassia del nord” (e prima ancora “salotto buono”). Mediobanca, già abbondonata al suo destino anni fa dalle grandi famiglie del capitalismo nazionale, ha tentato di rinnovarsi sotto forma di public company, conservando però in portafoglio il gioiello delle Generali, polo finanziario di importanza strategica per il sistema paese.
Con la conquista di Piazzetta Cuccia, la quota del 13,1 del gruppo assicurativo controllata dalla banca d’affari, finisce nell’orbita di Caltagirone e dei Del Vecchio, in quanto grandi azionisti di Mps-Mediobanca e anche soci di rilievo di Generali rispettivamente con il 6,9 e il 10 per cento del capitale. In totale, quindi, la cordata vincente possiede il 30 per cento circa dell’assicurazione triestina, ben oltre la soglia del 25 per cento che renderebbe obbligatoria l’opa. Caltagirone e Del Vecchio si sono fin qui mossi in modo da non inciampare nell’accusa di un possibile “concerto” tra loro, che, se dimostrata, li costringerebbe, in base alle norme vigenti, a fare un’offerta in Borsa sul resto del capitale di Generali.
Questo è un tema che nei prossimi mesi finirà sicuramente sul tavolo delle autorità di controllo, a cominciare dalla Consob, si vedrà con quali esiti. Intanto però nel breve termine al vertice di Mediobanca sta per prendere il via il cambio della guardia con l’uscita di scena del gruppo dirigente guidata dall’amministratore delegato Alberto Nagel, al timone del gruppo dal 2007. Il prossimo 18 settembre è in programma una riunione del cda di Piazzetta Cuccia che, oltre a convocare l’assemblea di fine ottobre (forse il 28, ma non è detto), prenderà atto dei risultati dell’ops che ha consegnato al Monte dei Paschi il controllo della banca d’affari.
Con ogni probabilità, quindi, i 15 amministratori ora in carica si presenteranno dimissionari di fronte all’assemblea e toccherà a Mps scegliere chi gestirà l’istituto, primo atto della nuova vita di Mediobanca, nel segno di Caltagirone, Del Vecchio e la benedizione di Giorgia Meloni.
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