Non sorprendono le oltre 300 richieste di costituzione di parte civile tra cui la Regione, liguria il comune di Genova, i sindacati, altre associazioni e singoli cittadini nel processo aperto sul crollo del ponte Morandi nel quale persero la vita 43 persone.

La prima udienza si è aperta con la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 59 imputati in relazione al crollo del ponte Morandi. Si tratta di ex dirigenti e dipendenti di Aspi del gruppo Atlantia, di funzionari del ministero delle Infrastrutture e trasporti e di due società, la stessa Aspi e la Spea, società d’ingegneria dello stesso gruppo. 

 Anche il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (ex Mit) e la presidenza del Consiglio dei ministri hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo per il crollo del ponte Morandi. C'è da chiedersi perché il governo e il ministero dei Trasporti abbiano preso questa decisione contro se stessi. Com'è noto sia in Atlantia che in Aspi il governo è presente nei board con due alti dirigenti ministeriali in rappresentanza dei ministeri del Tesoro e dei Trasporti. 

I ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture potevano dunque intervenire per correggere l’andazzo della gestione di Autostrade per l’Italia (Aspi), visto che erano presenti con due loro rappresentanti nel consiglio di amministrazione e nel collegio dei sindaci. Si tratta di due funzionari di altissimo livello: Antonino Turicchi, per il Mef e Antonio Parente (recentemente deceduto) per il Mit, indicati apposta per esercitare la necessaria vigilanza del concedente (il governo) sul concessionario (Aspi).

I controlli 

A Parente spettava, per conto del Mit, il controllo del rispetto delle convenzioni per quanto riguarda i programmi di investimento, gli standard manutentivi e la sicurezza della rete. A Turicchi, invece, competeva per conto del ministero dell’Economia, il controllo dell’evoluzione tariffaria in relazione agli investimenti e alla manutenzione effettivamente realizzata, nonché di evitare che i profitti finissero in dividendi straordinari.

Questa costituzione lascia perplessi perché dopo anni di gravi carenze nella vigilanza (che riguarda anche altre concessionarie dove per convenzione il Mit è presente negli organi societari) ora il governo si costituisce contro se stesso. Per difendersi meglio dalle accuse o per accertare le sue responsabilità?

L’intesa tra ministero e Aspi

Questo conflitto d'interessi andrebbe chiarito e soprattutto sarebbe opportuno sapere quali provvedimenti disciplinari sono già stati presi nei confronti dei funzionari "dormienti" a prescindere dall'andamento del processo e se il governo e i suoi ministeri (dell'economia e dei Trasporti) hanno già adottato misure di riorganizzazione e rilancio della "fiacca" vigilanza troppo subalterna alle lobby autostradali.

La notizia della costituzione di parte civile è un atto di debolezza più che di forza visto che è stata comunicata contemporaneamente assieme alla firma del protocollo d'intesa tra Aspi e Mit sugli impegni di Aspi definiti misure per la collettività, cioè 3,4 miliardi di risarcimenti, e per investimenti sulla rete, 13,6 miliardi, spianando la strada all'imminente cambio di controllo di Aspi (Atlantia) verso la cordata pubblica Cdp-fondi ma se è chiaro che gli investimenti saranno effettuati dal subentrante non è chiaro su chi peseranno interamente gli investimenti i ristori e gli interventi annunciati.

Non basta la costituzione di parte civile per superare le gravi carenze mostrate dallo Stato nella gestione delle società concessionarie autostradali e in particolare quelle mostrate con Aspi.


 

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