L’ufficio maestoso che Fabrizio Palermo ha utilizzato nei suoi anni alla Cassa depositi e prestiti, dotato di ascensore privato e arredato con pezzi di arte esclusivi, sarà presto occupato da Dario Scannapieco, vicepresidente della Banca europea degli investimenti, Draghi boy per eccellenza, che ha scalato le posizioni nelle istituzioni europee e che torna ora non certo per prestigio del posto, ma per essere una sponda al premier per il ruolo che la Cassa dovrà giocare sul Pnrr.
Negli anni di Palermo, uomo targato Cinque stelle, la Cdp è diventata il vettore per tutte le operazioni di sistema. La lista degli investimenti è lunga: si va dalla partecipazione nel colosso delle costruzioni, WeBuild, alla operazione Nexi-Sia che non solo ha creato il big dei pagamenti digitali ma è alla base di un progetto di distretto industriale del fin tech che è finora tra le cose più convincenti fatte sul fronte delle politiche industriali. Poi ci sono le questioni meno convincenti: l’operazione rete unica con l’ingresso in Open Fiber e in Tim, le partnership con Eni su rinnovabili ed economia circolare, l’acquisizione ancora non finalizzata di Aspi. Tutti dossier cruciali per il Pnrr, e su cui la conoscenza di Scannapieco del sistema europeo degli investimenti può fare la differenza.

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