Il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, si è scusato con i cittadini per la sporcizia della città e questo è un atto di onestà utile anche per capire cosa bisogna fare. Pur se la situazione appare sostanzialmente migliorata rispetto alla gestione della sindaca Raggi e pur se meritoriamente il comune si doterà di un termovalorizzatore che aiuterà nello smaltimento dei rifiuti, resta ancora una cosa da fare per rendere Roma una città pulita: spezzare il legame tra l’Azienda municipale ambiente (Ama) e il comune, e mettere a gara la raccolta dei rifiuti.

Rompere il legame di proprietà tra il committente comune di Roma e Ama rappresenta l’unica strada per ristabilire un rapporto corretto dove non si intreccino responsabilità reciproche che rendono impossibile individuare le cause delle vistose e ricorrenti carenze. Basti vedere quali sono i motivi che vengono accampati per giustificare la sporcizia della città.

Si dice che mancano i mezzi e di fatto si addebita la colpa al comune di Roma che non finanzia abbastanza l’Ama. Si dice che occorre rivedere le politiche dei bonus ai dipendenti, i cui sindacati hanno forti legami con la politica che gestisce la città. Leggiamo sui giornali che mancano addirittura mille persone e si invoca un intervento del comune.

Si lamenta un assenteismo gigantesco, caratteristica da ente pubblico. In altre parole, non c’è un chiaro e normale rapporto tra committente e impresa di servizio, ma c’è una commistione di ruoli e di competenze che rende falso il rapporto e inquina ogni possibilità di controllo.

Restringere il raggio d’azione

Se poi si pensa alla naturale difficoltà per un soggetto politico, quale il comune di una grande città, di resistere alle richieste anche strampalate da parte di un numero rilevante di dipendenti (e famiglie) che rappresentano anche un discreto bacino elettorale, si capisce perché sia opportuno rompere il legame e ristabilire un rapporto più sano tra committente e società di servizi, senza più conflitti di interesse.

Ecco allora che la via per risolvere la sporcizia della città passa necessariamente per la messa a gara europea del servizio di raccolta dei rifiuti, magari dividendo la città in lotti per avere più società di servizio da mettere in competizione sui risultati.

Questa è un’operazione che può essere avviata da subito. Visto che Ama lamenta carenza di organici, invece di assumere mille dipendenti che servono solo a tappare momentaneamente un buco senza risolvere alcun problema, si potrebbe restringere l’area della raccolta dei rifiuti assegnata ad Ama e iniziare a mettere a gara uno o più quartieri della città, sollecitando la partecipazione di ditte (italiane o straniere, private o pubbliche ma senza legami con la città di Roma) capaci di assumersi l’impegno di pulire la città con mezzi propri.

Sarebbe l’avvio di una sperimentazione capace di creare un nuovo rapporto, dove il comune di Roma indica obiettivi di pulizia ed esercita il controllo, mentre le società che partecipano alle gare si dotano di mezzi e di personale per assolvere ai contratti liberamente sottoscritti. Ne avrebbero vantaggi tutti, a cominciare dai cittadini che finalmente vedrebbero pulita la loro città.

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