Via libera senza condizioni all’operazione Poste-Tim da parte dell’Antitrust. E secondo quanto risulta a Domani anche Agcom sarebbe orientata a dare il disco verde senza riserve. Nessun “rimedio” sarebbe dunque stato posto dall’Antitrust, stando a quanto anticipato da Reuters.

Il dossier approda ora sul tavolo dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che dovrà esprimersi entro l'ultima settimana di agosto per stare entro il termine dei trenta giorni. Il fascicolo tornerà poi nuovamente all’esame dell’Antitrust per l’approvazione definitiva.

Ci vorranno dunque ancora settimane per chiudere la partita ma la strada appare spianata. E, dunque, diversamente dai rumor circolati nei giorni scorsi, non si rileverebbero profili anticoncorrenziali né distorsivi del mercato nell’ambito dell’acquisizione da parte di Poste (a marzo scorso) della quota del 15 per cento in capo a Vivendi che - aggiungendosi al 9,81 per cento già acquisito (a febbraio) da Cassa Depositi e Prestiti - ha portato l’azienda guidata da Matteo Del Fante al 24,8 per cento della telco di cui è diventata primo azionista.

È sull’ipotesi di commercializzazione di prodotti e servizi Tim in esclusiva attraverso la rete degli uffici postali che dovrà esprimersi l’Autorità presieduta da Giacomo Lasorella, questione su cui i competitor per primi avrebbero fatto scattare l’allarme: il timore è che Tim acquisisca un vantaggio impossibile da replicare, questione che farebbe il paio con quella dei proventi del servizio universale per finanziare la rete postale. Ma stando a quanto risulta a Domani il parere dell’Agcom ricalcherà quello dell’Antitrust.

Nessun vantaggio

Alcuni analisti si erano già espressi sulla questione della commercializzazione dei servizi-prodotti Tim negli uffici postali. «Non ci aspettiamo impatti da una potenziale iniziativa Agcom su questo tema – è la posizione di Intermonte -. La stessa questione era stata sollevata in passato quando Poste ha lanciato i servizi legati alla vendita di energia elettrica e gas attraverso gli uffici postali o quando nel 2015 ha lanciato i servizi nella telefonia tramite Poste Mobile. In entrambi casi, l’autorità aveva dato ragione ai competitor di Poste, nei due casi citati, rispettivamente H3G e A2A/Iren che però per questioni strategiche non hanno mai ritenuto conveniente investire nella presenza fisica negli uffici postali».

Nel 2024, ricorda inoltre Intermonte «il decreto Omnibus ha cancellato definitivamente l’obbligo per Poste di aprire ai competitor telco ed energia le porte degli uffici postali. Crediamo quindi che, come accaduto in passato su questioni simili, e alla luce del decreto gli impatti saranno alla fine irrilevanti». «Non abbiamo incluso nelle nostre stime alcun beneficio derivante da questa potenziale opportunità di vendita incrociata» evidenzia inoltre Barclays.

Niente è emerso in occasione della presentazione dei risultati finanziari del primo semestre di Poste lo scorso 22 luglio. E anche su come evolverà la “presenza” di Poste in Tim al momento non ci sono novità di rilievo. L’ad Del Fante si è limitato a dichiarare che «proseguirà un avvicinamento graduale a Tim. Nella prima metà dell’anno abbiamo fatto un investimento importante che è propedeutico a mettere in atto azioni di efficientamento reciproco, cogliendo sinergie». E a chi in conference call ha chiesto chiarimenti su un’eventuale riorganizzazione Del Fante ha risposto che «non è necessaria una riorganizzazione interna per fare sinergie con Tim. Stiamo lavorando molto bene con la società e stiamo esplorando le opportunità. Siamo azionisti industriali di lungo termine».

Tim ha in calendario un cda il 5 agosto per l’approvazione della semestrale. Occasione in cui – stando a rumor – dovrebbe essere formalizzato il rientro in azienda di Piergiorgio Peluso, che per sette anni e fino al 2019 è stato direttore finanziario di Tim, analogo incarico che ha ora in Autostrade per l’Italia e che dovrebbe tornare a ricoprire nella telco, sostituendo l’attuale Cfo Adrian Calaza dato in uscita entro fine anno.

E sarebbe prossima l’uscita anche di Eugenio Santagata – a capo di Public Affairs, Sicurezza e Business Internazionale – cooptato da Fincantieri nel ruolo di capo della divisione navi militari al posto del pensionando Dario Deste.

© Riproduzione riservata