Non si arresta la crescita dei prezzi delle Rc auto, le polizze che tutelano i proprietari dei veicoli dai rischi della circolazione stradale. Secondo la rilevazione dell’Ivass, l’Istituto per la vigilanza nelle assicurazioni, il prezzo medio per i contratti sottoscritti a gennaio è di 389 euro, in aumento del 7,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.

I dati dell’Autorità di vigilanza del comparto assicurativo registrano una lieve decelerazione rispetto al +7,9 per cento di dicembre e i prezzi medi restano inferiori al periodo precedente alla pandemia: a gennaio 2019, ricorda l’Istituto, erano pari a 406 euro. Eppure i rincari di due mesi si traducono in una spesa che aumenta in media di 27 euro, confermando alcune anomalie del comparto assicurativo.

I premi sono più alti al sud che al nord Italia, ma qualche sorpresa non manca sul fronte degli aumenti. Napoli si conferma la città con le polizze più care, con una tariffa media di 560 euro, seguita da Prato (553 euro) e Caserta (500 euro). Dal lato opposto della classifica, Enna è la città con la Rc auto più economica (287 euro), seguita da Oristano e Potenza. Il differenziale di premio tra Napoli e Aosta è di 250 euro, in aumento del 5 per cento rispetto al 2023.

Gli incrementi annui più pesanti, però, si registrano nel nord-ovest: ad Alessandria, Biella, Lecco e Vercelli, che a gennaio vedono le tariffe salire del 10 per cento. La medaglia d’argento va a Milano con un +9,9 per cento, mentre in terza posizione ci sono Roma, Barletta, Belluno e Novara. L’aumento di prezzo più contenuto, con un +3,3 per cento, si registra invece a Catanzaro.

Il costo delle truffe

In media, in Italia paghiamo l’Rc auto 100 euro in più rispetto al resto d’Europa. Da cosa dipendono polizze e rincari così elevati? Secondo l’Ania, l’associazione delle compagnie assicurative, dal fatto che abbiamo un numero più alto di incidenti, strade malridotte e risarcimenti più ricchi in caso di decesso. Ma le assicurazioni attribuiscono le polizze monstre anche al ricarico che esse impongono agli utenti per difendersi da frodi e truffe.

Varie inchieste, giornalistiche e della magistratura, hanno in effetti rivelato che le frodi alle assicurazioni sono molto diffuse. E che spesso in questo meccanismo si inserisce la criminalità organizzata. Le indagini sul clan Contini di Napoli, ad esempio, hanno mostrato l’esistenza di un sistema con medici che compilavano referti falsi, periti che certificavano sinistri mai avvenuti e una massa di finti testimoni. Tutti a libro paga della camorra.

La conseguenza “inevitabile” è che nel napoletano i cittadini onesti si ritrovano le polizze più alte d’Italia. Secondo l’ultimo rapporto Ivass, gli incidenti non liquidati perché potenzialmente fraudolenti sono aumentati dell’11 per cento rispetto a un anno fa; si stima che il 22 per cento siano a rischio frode e al sud la percentuale cresce di molto.

Le misure che servono

Se le ragioni di polizze così alte sono chiare, più difficile è comprendere i motivi del loro continuo aumento. «Gli incrementi sono ingiustificati e non rispondono né a un rialzo dei costi per le assicurazioni né a una crescita dell’incidentalità – dice Furio Truzzi, presidente onorario di Assoutenti – Sono dovuti alle troppe anomalie del settore assicurativo, dove le compagnie dettano legge imponendo ai clienti clausole che fanno salire i prezzi».

«Non vorremmo che in alcune città ci fossero restrizioni della concorrenza o peggio accordi collusi. Per questo chiediamo all’Antitrust di accertare i motivi di questi aumenti anomali» ha scritto in una nota Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Per le associazioni, i dati dell’Ivass mostrano che il comparto necessita di una riforma che introduca più concorrenza (cinque compagnie dominano il 72 per cento del mercato) e maggiori tutele per gli utenti.

A metà febbraio si è tenuto il primo incontro di un tavolo tecnico convocato dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, per contrastare i rincari delle Rc auto. La riunione si era chiusa con la promessa di valutare possibili soluzioni per contenere i prezzi, ma aveva scontentato sia le associazioni di categoria che quelle dei consumatori.

«Per ridurre i costi a carico degli assicurati va introdotta una polizza flat con franchigia e va facilitata la portabilità delle polizze da un’assicurazione all’altra – dice ancora Truzzi, che cita come esempio virtuoso ciò che avviene nella telefonia – Ma andrebbe anche fissato un tetto ai profitti delle assicurazioni, perché la polizza è obbligatoria per gli utenti mentre le imprese non sono sottoposte a limiti tariffari».

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