L'Antitrust ha avviato sette istruttorie nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2a, Edison, Acea, Engie, tutte colpevoli a dire dell’authority di aver violato la norma del decreto Aiuti bis voluta dal governo Draghi che bloccava la modifica dei contratti in essere delle società di fornitura di luce e gas. Le società sono state sottoposte a procedura cautelare, in questo caso sono chiamate entro cinque giorni a comunicare ai consumatori il ripristino delle vecchie tariffe anche a chi ha optato per il recesso dei contratti. Entro sette giorni possono depositare documenti a loro difesa, rischiano in ogni caso multe da 10mila a 5 milioni di euro.

Violato il decreto Aiuti bis

La norma sospende, dal 10 agosto fino al 30 aprile 2023, l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia delle relative comunicazioni di preavviso, salvo che le modifiche di prezzo si siano già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso. Con perfezionate si intende non semplicemente la comunicazione dell’azienda. 

Al momento secondo le segnalazioni arrivate all’autorità ci sono 2,66 milioni di cittadini che hanno subito aumenti ingiustificati e conto la legge e addirittura sette milioni, secondo i dati forniti dalle stesse aziende, che hanno ricevuto la comunicazione di aumento delle tariffe. Le sette aziende rappresentano l’80 per cento del mercato libero, cioè quello in cui le tariffe non sono tutelate. 

Acea

Acea, la società partecipata dal comune di Roma al 51 per cento e che da pochi mesi ha assoldato l’ex amministratore delegato di Cassa depositi e imprese, Fabrizio Palermo, si era già opposta tramite ricorso al Tar alla norma sugli extraprofitti.

Ora l’istruttoria dell’Antitrust rivela che l’azienda non solo ha modificato i contratti, ma ha anche mentito ai consumatori che hanno contestato l’iniziativa tramite avvocati sostenendo che le comunicazioni di modifica non violavano il decreto Aiuti bis perché sarebbero arrivate prima del 10 agosto, data di approvazione del decreto. Si tratta di un falso perché la norma prevede specificamente il blocco degli aumenti non finalizzati, cioè quelli per entro il 10 agosto sono già stati sottoscritti i nuovi contratti. 

Considerando le tempistiche in media rimangono valide le comunicazioni inviate in primavera. 

Inoltre Acea a partire da settembre 2022 ha anche modificato l’oggetto delle comunicazioni inviate ai clienti da «Proposta di modifica unilaterale» a «Proposta di rinnovo delle condizioni economiche», ma si tratta di un cambiamento solo formale, mentre la sostanza è la stessa: aumento delle tariffe contro la legge.  Anche in questo caso ricevuti i reclami, la società ha modificato la sua giustificazione, sostenendo che in questo caso si trattasse di un «rinnovo delle offerte in scadenza» e non di una modifica unilaterale del contratto. Come già spiegato dall’Antitrust il decreto Aiuti bis intendeva applicarsi esattamente ai contratti in scadenza, anche qui quindi il consumatore viene preso in giro. 

La società ha anche sostenuto di essersi «spontaneamente determinata a non applicare le modifiche [...] intendendone sospesa l’efficacia». Secondo quanto risulta all’Antitrust però nessuna comunicazione in questo senso è stata data ai consumatori, che invece, si legge nell’istruttoria, almeno fino alla metà di ottobre 2022, si sono visti rigettare i reclami formali che contestavano gli aumenti. 

Hera

Anche Hera, altra società multiutility partecipata da decine di comuni che insieme detengono una quota di poco inferiore al 46 per cento della società, ha sostenuto in risposte scritte ai reclami dei clienti che gli aumenti previsti non rientrassero nell’ambito di applicabilità del decreto Aiuti bis, anche Hera ha proposto ai clienti di accettare le nuove condizioni o di rinvolgersi a un altro operatore. 

Anche Hera ha modificato l’oggetto delle comunicazioni prima definendolo come modifica unilaterale dei contratti, poi come rinnovo delle condizioni economiche di fornitura di energia elettrica in scadenza. Un richiamo, fatto anche agli stessi consumatori, che l’authority ritiene un comportamento ingannevole, messo in atto con lo scopo di «rinnegare la natura delle precedenti comunicazioni». 

Inoltre le comunicazioni inviate dopo il 10 agosto, si legge nell'ìstruttoria antitrust, non sarebbero state precedute da nessun preavviso.  Come nel precedente caso, anche per questa azienda l’autorità sostiene che la condotta sia caratterizzata da «spiccati profili di aggressività», perché volta a ostacolare i consumatori nell’esercizio dei loro diritti. 

Eni Plenitude

Anche Eni, società partecipata dal ministero dell’Economia, ha ingannato i suoi clienti, secondo quanto risulta dall’istruttoria dell’Antitrust. Prima della data di approvazione del decreto Aiuti bis ha inviato comunicazioni che dicevano semplicemente «Come cambia il tuo contratto», senza nemmeno specificare nell’oggetto che si trattava di modifiche unilaterali. Poi dopo l’approvazione del decreto ha inviato comunicazioni sulle modifiche di contratti in scadenza, ma in diversi casi documentati nell’istruttoria, quei contratti semplicemente non erano in scadenza. A titolo di esempio l’istruttoria cita un contratto sottoscritto nel 2019 e che scadeva a febbraio del 2023 e per cui la società ha proposto modifiche a partire dal prossimo gennaio. Per un altro contratto del 2018, rinnovato di dodici mesi in dodici mesi, e in scadenza a marzo, è stata inviata una comunicazione di modifica a maggio che sarebbe entrata in vigore a partire da settembre. E così via. 

La società, contattata dai clienti, avrebbe semplicemente confermato la validità delle comunicazioni. Anche per Eni l'authority rileva particolare aggressività nell’ostacolare i diritti dei consumatori.

Enel Energia

A diversi clienti Enel Energia tra gli inizi di maggio e gli inizi di agosto è arrivata una comunicazione affettuosa: «Ciao [… ] siamo felici di averti con noi e con questa lettera ci teniamo a rinnovare l’impegno e la passione che da sempre ci guidano verso l’offerta di vantaggi creati su misura per te e la ricerca dell’eccellenza. Comunicare con te in modo trasparente è una priorità per noi. Di seguito trovi le nuove condizioni economiche della tua offerta...».

Prima del 10 agosto, la società invia comunicazioni con oggetto «nuove condizioni economiche per l'offerta luce/gas», quando le vengono chieste spiegazioni ribadisce che si tratta solo di comunicazioni relative alle offerte in scadenza. Dopo il 10 agosto cambia anche i messaggi che diventano appunto avvertimenti sulle «offerte in scadenza». Ai reclami dei consumatori risponde: «Le precisiamo che la nostra comunicazione [...] non è diretta a modificare anticipatamente le condizioni di prezzo con lei pattuite, nè a interrompere le vigenti condizioni di fornitura prima della loro scadenza. Con la nostra lettera le abbiamo invece comunicato le condizioni economiche di cui potrà beneficiare dopo la scadenza della sua offerta». Ci sono consumatori che hanno ricevuto una missiva sostanzialmente con lo stessso contenuto ma formalmente diverse per diversi contratti sottoscritti nello stesso periodo. 

Per i contratti del gas gli aumenti previsti sono stati in molti casi del 400 per cento. 

Edison

Anche Edison si comporta in modo simile alle altre aziende: fa passare le modifiche tarrifarie proposte per rinnovo dell’offerta in scadenza senza specificare la scadenza di tale offerta, ma risponde in maniera diversa ai clienti che presentano reclami. In alcuni casi ammette che l’aumento tariffario viola l’articolo 3 del decreto Aiuti bis, si impegna a sospenderlo, ma lo fa solo formalmente e nel momento in cui arriva la fattura, il cliente si ritrova il conto da pagare gonfiato. 

Engie

I giochi di parole variano, la sostanza. Engie (la ex Gdf Suez) per esempio risponde ai reclami, persino di clienti che hanno ricevuto le modifiche giusto il giorno il decreto Aiuti bis, spiegando che non si tratta di modifiche unilaterali contrattuali ma di «aggiornamenti» del contratto.

A2A

Un’altra utility partecipata dagli enti locali, A2A, ha inviato prima del 10 agosto proposte di «modifica unilaterale» dei contratti e solo nel caso in cui i clienti si opponessero, ha risposto sostenendo che in realtà non si trattava di una modifica unilaterale bensì di rinnovo di contratti in scadenza. Quando l’authority ha chiesto informazioni A2A ha spiegato di aver inviato le comunicazioni di modifica nei mesi di maggio, giugno, luglio 2022, a condomini e microimprese, per tutti i tipi di contratto sia quello che prevedevano un prezzo variabile sia quelli a prezzo fisso che sarebbero diventati automaticamente a prezzo variabile. La società ha sostenuto che per un errore non è stato rispettato il tempo di 90 giorni e sono state subito applicate le modifiche. Alcuni clienti hanno subito aumenti superiori ai 1100 euro per 700 Smc.

I ricorsi bocciati

A ottobre l’Antitrust aveva già aperto un’istruttoria simile contro quattro società che si erano rivolte al Tar per bloccare il provvedimento cautelare. Il tribunale amministrativo aveva respinto il ricorso e fissato una udienza per valutare nel merito a febbraio. 

Anche in quel caso le aziende proponevano in caso di mancata accettazione la possibilità di cambiare fornitore, selezionando di fatto i consumatori disposti a pagare di più. 

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