La fusione tra Fiat e Peugeot, che ha dietro il governo francese, porta incertezza a tutto il comparto. Il governo Conte non si è mosso e il futuro di operai e aziende è appeso a una transizione all’elettrico mancata.
- Il settore dell’automotive italiano vive una crisi «severa e diffusa». Tra gli elementi di incertezza oltre alla crisi pandemica c’è la transizione al paradigma tecnologico dell’elettrico e la fusione tra Fca e Peugeot, di cui è socio il governo di Parigi.
- L’approvazione dell’operazione è prevista per il 4 gennaio e mentre la Francia annunciava a maggio un piano industriale a sostegno del settore, il ministro dello sviluppo economico Patuanelli non ha mai incontrato i sindacati.
- Secondo l’osservatorio per la componentistica le aziende della filiera chiedono soprattutto incentivi alla domanda, pensano alla sopravvivenza. Non c’è una regia centrale che le spinga all’innovazione.
Dopo dodici anni di vita in cassa integrazione, una pandemia globale può fare meno paura di una fusione industriale. Allo stabilimento Fca di Pratola Serra, provincia di Avellino dove si producono propulsori per quel diesel che oggi rischia di essere spazzato via dalla transizione elettrica, le crisi sono diventate una costante: «Siamo in cassa integrazione dal 2008 circa, prima una crisi di settore ora una di prodotto. Paradossalmente grazie al Covid tra virgolette abbiamo riconvertito parte de



