Nuovo cambio di cavallo all’ultimo minuto per la guida dell’Anas: non più Maria Annunziata Giaconia, data fino a ieri per sicura, ma Aldo Isi, amministratore di Italferr. 

Il suo nome sarà formalizzato nel corso del consiglio di amministrazione di martedì 23 novembre di Fs, la società capogruppo da cui Anas dipende. Dopo di che l’ultima parola spetterà al ministero dell’Economia, l’azionista proprietario di Fs che dovrebbe così porre fine alla lunga parentesi (sette mesi) in cui l’azienda delle strade è stata lasciata acefala.

Isi è il quarto candidato per l’Anas in appena tre mesi. Prima di lui e di Giaconia andando a ritroso ci sono stati Paola Firmi e Ugo De Carolis, tutti per un motivo o per l’altro bocciati in corso d’opera.

La bocciatura di De Carolis

De Carolis era stato scelto ad agosto dall’amministratore Fs, Luigi Ferraris, ma rigettato dalla politica, anzi, da tutti i partiti per una volta tanto concordi. Ex amministratore di Aeroporti di Roma del gruppo Benetton, De Carolis è uno dei manager più legati alla famiglia di imprenditori di Ponzano Veneto e uno dei suoi punti di riferimento dentro il gruppo era in particolare Giovanni Castellucci, l’amministratore di Autostrade per l’Italia al momento del crollo del ponte di Genova (14 agosto 2018, 43 morti).

Scegliere De Carolis per l’Anas era sembrato ai partiti e non solo a loro, per la verità, una sorta di schiaffo ai parenti delle vittime e un omaggio, magari non voluto, ma nei fatti, a chi di quella tragedia è ritenuto il responsabile.

Tre mesi quattro candidati

Fatto fuori De Carolis, un mese dopo è stata tirata in ballo Paola Firmi, direttore tecnido di Rete ferroviaria italiana (Rfi).

Per la sua nomina si era spesa in particolare l’ex ministra Paola De Micheli, una politica Pd molto legata a Mauro Moretti, l’ex capo indiscusso delle Fs incappato anche lui in una tragedia, quella del treno deragliato a Viareggio (29 giugno del 2009, 32 morti tra le fiamme), e per questo finito sotto processo.

Nel corso delle udienze Firmi era stata chiamata come teste a difesa di Moretti e anche questa circostanza aveva pesato sulla decisione finale di non concretizzare la nomina.

L’ultimo nome messo in pista è stata Giaconia, altra manager Fs, ma di una società non proprio di prima fila del gruppo che si chiama Mercitalia Rail ed è uno dei diversi rami di Mercitalia che a sua volta nell’ambito ferroviario non rappresenta la prima linea che è occupata da giganti tipo Rfi (la rete) e Trenitalia (le Frecce e i passeggeri).

La sua candidatura veniva comunque presentata come certa per almeno due motivi. Il primo era che essendo donna soddisfaceva al requisito delle «quote rosa» ritenuto molto importante dal ministro dei Trasporti (ora Mims), Enrico Giovannini. E poi, secondo motivo, dopo due false partenze sembrava impossibile che restasse impallinato anche il terzo candidato. E invece è successo.

Il momento di rottura c’è stato la mattina di giovedì 18 novembre con l’audizione alla Camera dei deputati dell’amministratore Fs, Ferraris.

Alcuni parlamentari hanno sollevato perplessità per la scelta di Giaconia e più in generale nei confronti della conduzione del gruppo Fs.

Il più esplicito è stato il leghista genovese Edoardo Rixi, sottosegretario ai Trasporti nel precedente governo. «Anas è destrutturata», ha detto Rixi, «l’ultimo scorporo è stato realizzato senza il minimo dialogo tra governo e parlamento». E poi riferendosi in via indiretta, ma chiara, alla candidatura di Giaconia: «Alla guida delle aziende partecipate va bene prendere i manager della scuderia del gruppo, ma per arrivare primi bisogna avere il coraggio e la volontà di prendere anche qualche fuoriclasse».

Candidatura smontata

Nel fine settimana Rixi ha cercato e trovato una sponda all’interno del governo e l’ha trovata nel sottosegretario ai Trasporti, Alessandro Morelli, anche lui leghista, già direttore di Radio Padania.

La candidatura di Giaconia è stata smontata nonostante fonti vicine all’Anas affermino che la stessa interessata avesse già firmato la documentazione per l’accettazione del nuovo incarico. Ora tocca ad Aldo Isi, sempre ammesso che non si tratti dell’ennesima corsa e dell’ennesimo giro veloce.

L’ultimo candidato

Parmense di cinquant’anni, Isi è uno dei manager delle prime file Fs, amministratore delegato e direttore generale di Italferr, una delle società di punta del gruppo, l’azienda che si occupa di ingegneria, e prima ancora è stato direttore degli investimenti di Rfi, la rete ferroviaria.

A Italferr si è fatto la fama di uomo del Tav (Treno alta velocità) e questo potrebbe nuocergli rispetto al Movimento 5 stelle che dell’avversione al Tav un tempo fece la propria bandiera.

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