La valutazione preliminare della Commissione europea, che ha inviato una lettera all'Italia nella quale espone il proprio parere preliminare secondo cui il decreto del 18 aprile potrebbe costituire una violazione dell'articolo 21 del regolamento
Il ricorso del governo al golden power sull'acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit potrebbe violare le regole europee sulla concorrenza. È la valutazione preliminare della Commissione europea, che ha inviato una lettera all'Italia in cui sostiene che il decreto del 18 aprile potrebbe costituire una violazione dell'articolo 21 del regolamento Ue e di altre disposizioni del diritto dell'Unione.
Dal punto di vista della concorrenza, la Commissione ha approvato l'operazione, a determinate condizioni, il 19 giugno scorso. Separatamente, l'Italia ha emanato un decreto che impone obblighi stringenti a Unicredit.
La lettera della Commissione Ue
A norma dell'articolo 21 del regolamento Ue sulle concentrazioni, gli Stati membri possono adottare misure appropriate per tutelare interessi legittimi, purché queste misure siano compatibili con i principi generali e le altre disposizioni del diritto dell'Unione e siano appropriate, proporzionate e non discriminatorie. Il 26 maggio la Commissione aveva già inviato all'Italia una richiesta di informazioni per comprendere meglio il decreto. L'Italia aveva risposto l'11 giugno. Nel parere preliminare, la Commissione evidenzia che la sicurezza pubblica costituisce un interesse legittimo, ma allo stesso tempo ritiene che la giustificazione delle condizioni «non sia attualmente sufficientemente motivata e che avrebbe probabilmente dovuto esaminare il decreto prima della sua attuazione».
La valutazione preliminare rileva inoltre che il decreto «potrebbe essere incompatibile con altre disposizioni del diritto dell'Unione, tra cui quelle relative alla libera circolazione dei capitali e alla vigilanza prudenziale da parte della Banca centrale europea».
La valutazione preliminare invita l'Italia a presentare le proprie osservazioni. Separatamente, il 12 luglio un tribunale italiano ha parzialmente annullato il decreto. A seconda della risposta dell'Italia alla valutazione preliminare e della sentenza del tribunale italiano, la Commissione valuterà le misure da adottare.
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