- Mario Draghi non aveva dubbi: lo avrebbe voluto premier al posto suo, in vista della sfumata ascesa al Quirinale.
- Giorgetti lo ha indicato tra i colleghi ministri che gli mettono i bastoni tra le ruote. Da Franceschini a Brunetta in molti gli sono ostili.
- Intanto però il manager milionario che non ama il dibattito pubblico sta macinando progetti e nomine. Da qui a giugno ci sono gare per 16 miliardi.
Se toccasse a Mario Draghi dare le pagelle ai ministri del suo governo non avrebbe dubbi. Nei giorni in cui una parte dei collaboratori di Palazzo Chigi tesseva il disegno del suo passaggio al Quirinale, poi sprofondato nei gorghi del parlamento, lui pensava a un suo successore alla guida dell’esecutivo. Sulla base degli obiettivi realizzati, è la convinzione dei collaboratori più stretti del premier, il ministro della transizione digitale Vittorio Colao sarebbe stato la migliore garanzia per



