- Nei loro covi avevano sempre una Bibbia, in qualche cassetto sono stati trovati copie di Calvello il Bastardo e dei Beati Paoli di William Galt. Per loro testi sacri, letteratura di mafia più che letteratura sulla mafia.
- Una volta in carcere hanno trovato rifugio nella cultura, e rinchiusi da un quarto di secolo si sono ritrovati soli in compagnia di Dostoevskij e dei fratelli Karamazov, Svevo e Pirandello, dei filosofi tedeschi e dei teologi protestanti.
- Cosa spinge i mafiosi, oltre alle restrizioni del 41 bis, a studiare forsennatamente? Gli esperti della materia ne sono convinti: ergastolo o non ergastolo, il popolo di Cosa Nostra è convinto che prima tornerà libero.
C'è una mafia che non somiglia per niente alla mafia che abbiamo sempre conosciuto, rozza, ignorante, quella dei pizzini sgrammaticati e criptici di Bernardo Provenzano o quella greve di Totò Riina, uno che con compiacimento si presentava agli altri dicendo che era «un quinta elementare». Nei loro covi avevano sempre una Bibbia, in qualche cassetto i cacciatori di latitanti a volte trovavano anche una copia di Calvello il Bastardo o dei Beati Paoli di William Galt alias Luigi Natoli, per loro



