Dovrebbe essere un appuntamento all’insegna della memoria e dell’orgoglio delle penne nere, ma negli ultimi anni è stato molto discusso per i casi di molestie e body shaming, denunciati dalle associazioni femministe. Nei giorni scorsi gli alpini hanno diffuso un manifesto e un manuale di consapevolezza, nella speranza che questa volta vada tutto bene
È in corso la 94esima adunata nazionale degli alpini, che si svolge a Udine fino a domenica 14 maggio. «Alpini, la più bella famiglia» è il motto scelto per quest’anno. C’è massima attenzione per la manifestazione di quest’anno, al centro di polemiche negli anni passati per i numerosi episodi di molestie e abusi, gli ultimi nel 2022 a Rimini con centinaia di segnalazioni.
L’Ana, associazione che si occupa dell’organizzazione dell’evento, ha pubblicato un manifesto e un manuale di consapevolezza, per evitare che casi simili si ripetano. L’iniziativa è però giudicata con sospetto da organizzazioni femministe come Non una di meno, che nella sezione del suo sito dedicata a Trieste ha lanciato lo slogan: «Alpino molesto, se mi tocchi ti calpesto».
La tradizione alpina
Si tratta di una grande riunione di soldati, ex soldati, volontari e appassionati delle truppe da montagna dell’esercito italiano. Nei quattro giorni a Udine, si svolgeranno la commemorazione dei caduti, il lancio dei paracadutisti, sfilate e altri momenti caratteristici dell’evento. Venerdì si è tenuto l’alzabandiera.
I casi di molestie
Per questa 94esima edizione, l’amministrazione comunale del sindaco Alberto Felice De Toni ha deciso di appendere uno striscione sulla Loggia del Lionello con scritto «Zero Tolerance e gli Alpini contro la violenza di genere». Sui social è stato invece molto discusso uno screenshot in cui si mettevano in guardia gli alpini su un tentativo di “incastrarli” attraverso video e foto false delle loro molestie
La precedente adunata, quella tenutasi dal 5 all’8 maggio 2022 a Rimini, aveva raccolto oltre 150 testimonianze e denunce di donne vittime di catcalling, body shaming e molestie, sia fisiche sia verbali. L’Ana aveva successivamente pubblicato un comunicato, provando a mettere in dubbio la veridicità delle denunce, ipotizzando che gli autori delle molestie fossero degli infiltrati e non degli alpini.
Anche quest’anno il timore è lo stesso: che in un contesto così ampio, con tanta partecipazione, possano esserci discriminazioni e molestie, in un contesto di goliardia, eccessi e genericamente fuori controllo. Anche perché quello di Rimini non è stato l’unico caso. A L’Aquila, nel 2015, una minorenne ha denunciato di essere stata violentata.
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