È stato abbattuto l’orso M90 in Trentino, dopo che nella mattina di martedì il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti (Lega, da poco rieletto), ne aveva dato l’ordine. È una decisione che rischia di rinvigorire lo scontro con gli animalisti, che già criticano la gestione locale degli orsi. Nel caso specifico, M90 era accusato di aver seguito una coppia di escursionisti per più di mezzo chilometro, lungo una strada forestale nella val di Sole. I sindaci dei paesi della zona avevano chiesto un intervento rapido e così è stato.

L’abbattimento

Una squadra del corpo forestale trentino è entrata in azione in una zona di montagna, martedì, poche ore dopo l’ordinanza di Fugatti: «L’animale – spiegano a Trento – è stato identificato mediante l’osservazione del radiocollare e delle marche auricolari». M90 era ritenuto dalla provincia un animale pericoloso «alla luce della sua eccessiva confidenza e frequentazione di aree urbane e periurbane», come si legge in una nota diffusa dalla provincia.

Maurizio Fugatti

«Più volte aveva seguito intenzionalmente le persone», fino all’episodio dello scorso 28 gennaio, quando appunto aveva spaventato i due escursionisti. A inizio febbraio l’Ispra – l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, guidato dal ministero dell’Ambiente – aveva dato parere positivo (per altro non sarebbe stato in ogni caso vincolante), autorizzando l’abbattimento o la cattura dell’orso. Le associazioni degli animalisti si sono però sempre dichiarate contrarie a procedimenti di questo tipo, sostenendo che la convivenza con gli orsi sia possibile adottando comportamenti virtuosi.

Life ursus

La situazione in Trentino è peggiorata dopo che lo scorso aprile un escursionista di 26 anni è stato ucciso da un orso. Sul finire degli anni Novanta questi animali erano ormai estinti, ma un progetto finanziato dall’Unione europea – e chiamato Life Ursus – ha previsto la ripopolazione, partendo da una decina di esemplari.

L’obiettivo era di riuscire a ricreare, fra i venti e quarant’anni dopo, una popolazione di orsi fra i 40 e i 50 individui. Ai tempi, il 70 per cento dei trentini, secondo un sondaggio, era d’accordo con l’operazione. La provincia sostiene che ci siano oggi circa 100 esemplari, contando anche i cuccioli.

Una convivenza difficile

La comunità scientifica in genere ritiene plausibile la possibilità di abbattere (o rimuovere) alcuni esemplari se ritenuti problematici. Il problema è che la convivenza con gli orsi in Trentino è diventata particolarmente problematica anche per una questione oggettiva: esistono zone boschive fortemente antropizzate, dove l’incontro fra uomo e orso è tutt’altro che improbabile. 

Secondo gli animalisti, la risposta dovrebbe essere un’educazione alla convivenza, che parta dal rispetto degli spazi e delle abitudini degli animali. La giunta provinciale la pensa diversamente e, sfruttando le prerogative dell’autonomia, a inizio anno ha approvato un disegno di legge a riguardo.

Prevede che sia il presidente della Provincia a poter disporre l’abbattimento dei singoli esemplari problematici, «quale misura di sottrazione permanente all'ambiente naturale». Assegnando, ogni anno, un numero massimo di esemplari che possano essere abbattuti, senza che sia messa in pericolo la sopravvivenza della specie. Attualmente il numero sarebbe di otto all’anno.

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